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QUANDO IL TROPPO STROPPIA – L’editoriale del Direttore

C’è qualcosa nell’aria che non porta presagi positivi, che tira in una direzione opposta a quella che dovrebbe. Siamo alle solite. L’arma dei Carabinieri, estrema certezza al limite della sicumera, per il Bel Paese, è sotto schiaffo e sulla Regione Lombardia, pilastro del sistema Italia, massacrata dal Covid 19, si sta rovesciando uno tsunami di fango, a prescindere. Scusate ma, fatte salve le legittime attività d’indagine, non si potrebbe avere un atteggiamento più consono alla salvaguardia dell’immagine istituzionale o se volete a garanzia dei diritti di tutti coloro che sono in attesa di giudizio? Il problema è che il danno irreversibile indotto da questi comportamenti, in ogni caso, supera di gran lunga i benefici. Chiaramente mi riferisco alla gran cassa che viene sistematicamente attivata ed alimentata per gli interessi più diversi, compresi quelli di parte. Il mostruoso processo mediatico degli anni novanta, che della “prima Repubblica” fece un unico fascio, continua a pesare irrimediabilmente sul presente e sul futuro dell’Italia masochista, per la gioia dei tanti non disinteressati detrattori. Infine, bando alle chiacchiere e con la semplificazione fate presto, liberandoci dalle spire di burosauri e legulei. Diversamente il Recovery Fund, il MES e quanto altro ci si volesse inventare non serviranno a nulla: l’Italia dei rinvii, dei fondi non spesi, ammalorata annega e crolla, perché quando il troppo è troppo, il rischio che ci si stroppi – o se preferite ci si storpi – è pressoché certezza.

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