Un giorno a un grande pittore bastò far sfiorare due dita, per cambiare il mondo. Quel pittore era Michelangelo e quelle dita, un dettaglio della creazione di Adamo. Da quel momento fummo in grado di vedere, alzando un poco gli occhi, nella sua sconvolgente bellezza, la forza di una Creazione. Quell’immagine così come ogni creazione era atto d’amore. Chi avrebbe mai pensato che l’uomo dopo tale stupore, fosse portato a chinarsi e a non voler più riconoscere né l’amore né la bellezza.
Abbiamo imparato cos’è la vita e lo abbiamo dimenticato coscientemente perché non sappiamo più vivere. Nel VI Libro dell’Eneide, Virgilio prospettando un panteismo afferma che esistevano: In principio uno spirito e cielo e terre e spianate d’acqua. Ma volendo rialzare gli occhi e volendo guardare il mondo, difficilmente ritrovo un principio. L’ecologia, il discorso della casa, parla una lingua sconosciuta alla mia terra. Non è più la mia casa ma terra disabitata, disumanizzata, una terra…povera.
Padroni delle nostre case, ottantacinque dominatori assoluti che sono più ricchi di tre miliardi e seicento milioni di poveri. In un mondo tale, ci manca il respiro. La nostra felicità risulta impossibile perché l’amore e la compassione tra gli uomini devono talvolta aggirare muri, che ignorano quanto l’uomo sia povero, e che la terra sia anche solo un povero (‘’terra è un povero’’). Non possiamo concepire la povertà come distinta dalla natura, se la nostra natura è povertà.
San Francesco pregava per sorella Acqua, perché acqua è salvezza, acqua è purificazione. Ma ora se esiste acqua, esiste guerra e se esiste guerra c’è sangue. Ma come si può bere un’acqua diluita nel sangue? Forse per questo risulta più facile farla bere agli altri? Quindi anche l’acqua è usata per costruire muri?
Come sei cara Madre Terra, nelle parole di un Cantico cresci, nel presente sei offesa. Eppure la terra è Madre e ne esiste una sola. Una terra difesa dalla povertà ed uccisa dalla ricchezza, protetta dalle braccia sapienti di Padre Oscar Romero e uccisa da un colpo di pistola, che porta con se micro – ricchezza e macro-povertà. Così gli esclusi sono ancora più esclusi, i centri di potere lontani dal mondo o troppo vicino per essere vissuti. Ricorda Carlo Petrini in Terra Madre che : Si dileggia l’economia locale fino a definirla non scientifica e si arriva rendere scienza ciò che uccide la natura. E’ ‘’la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita.’’
Questo stile di vita che stile non è, accompagnato o oppresso da una globale indifferenza (globalizzazione dell’indifferenza), credo possa essere salvato, solo dalla ricchezza culturale dei popoli e dall’evolvere delle culture, perché non basta più parlare di integrità di ecosistemi. Le nostre leggi della casa, le nostre economie, non devono contrapposi ai nostri discorsi, alla nostra ecologia, ma completarsi insieme. Solo avendo una visione globale e perdendo ogni sintomo di indifferenza, potremo di nuovo respirare un’aria che ora è pesante.
Non è forse vero che parte di questo male, questo completo inquinamento globale che è prima ancora morale, che uccide gli animali e bestemmia la Madre Terra, debba essere contrastato opponendo alla globalizzazione dell’indifferenza, la globalizzazione delle culture?
Non è forse vero che siamo tutti uomini e mai saremo razze e che se esiste una terra prosciugata ed esiste siccità, nel confrontarsi con chi ha sete, non può sorgere alcun odio?
Non è forse vero che dare da bere agli assetati non basta se abbiamo distrutto prima le loro case?
Se sono assetati dalle nostre guerre come possiamo permetterci di offrire loro la nostra indifferenza?
Credo che anche gli oppressi vogliano poter alzare gli occhi e guardare la creazione come bellezza e atto d’amore da cui essi stessi sorgono e mai sono vinti. Perché odio ogni indifferenza prima di odiare gli indifferenti.