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SpaceX accusata di licenziare i dipendenti che criticavano Elon Musk

(Adnkronos) – La società spaziale di Elon Musk, SpaceX, è sotto accusa da parte del National Labor Relations Board (NLRB), l'agenzia federale che si occupa dei diritti dei lavoratori negli Stati Uniti. Secondo il NLRB, SpaceX avrebbe licenziato illegalmente alcuni dipendenti che avevano scritto una lettera aperta per esprimere le loro preoccupazioni sul comportamento del fondatore e CEO. La lettera aperta era stata redatta lo scorso anno da un gruppo di dipendenti di SpaceX, che lamentavano come il comportamento di Musk fosse "una fonte frequente di distrazione e imbarazzo". Al momento, Musk stava cercando di acquisire Twitter, il famoso social network che poi ha ribattezzato X dopo averne preso il controllo. SpaceX ha poi licenziato i dipendenti che avevano contribuito a scrivere la lettera. Nel reclamo presentato mercoledì, il NLRB accusa SpaceX di aver interrogato i lavoratori sulla loro partecipazione alla lettera e di aver detto ai dipendenti di non discutere di questi colloqui. La portavoce del NLRB, Kayla Blado, ha dichiarato a Reuters che SpaceX ha violato il diritto federale dei lavoratori di agire collettivamente per ottenere migliori condizioni. L'agenzia del lavoro sostiene che SpaceX abbia "creato un clima di sorveglianza" leggendo e mostrando screenshot dei messaggi tra i dipendenti, aggiungendo che la società ha tentato di impedire ai lavoratori di distribuire la lettera aperta. SpaceX avrebbe anche "invitato i dipendenti a dimettersi e minacciato il licenziamento" se avessero partecipato ad attività organizzate. Il NLRB chiede a SpaceX di pubblicare un avviso sui diritti dei dipendenti per 120 giorni e vuole che la società scriva delle lettere di scuse a ciascuno dei dipendenti licenziati, tra le altre cose. Un'udienza con un giudice amministrativo del NLRB è prevista per il 5 marzo 2024, a condizione che SpaceX non cerchi di risolvere le accuse. Qualsiasi decisione del giudice potrà essere impugnata davanti al consiglio e portata alla corte d'appello federale. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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