L’Avv. Ezio Bonanni, legale dei familiari e presidente ONA: “Giustizia è fatta. La Corte di Appello di Firenze finalmente riconosce la rendita alla vedova.“
La Corte di Appello di Firenze, Presidente Dott.ssa Simonetta Liscio, in riforma della sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Livorno, ha condannato l’Inail a costituire la rendita in reversibilità in favore della Sig.ra B.M., moglie del Sig. G.N., deceduto in data 23.10.2007 e dipendente della Solvay Chimica S.p.A. di Rosignano.
La Corte di Appello ha poi condannato l’Inail a liquidare ai superstiti le prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto, oltre all’assegno funerario. Difatti, come accertato da tecnici nominati dall’Autorità Giudiziaria, la malattia che ha causato il decesso del Sig. G.N. (carcinoma polmonare) è connessa eziologicamente all’esposizione ad amianto subita dal Sig. G.N. presso la Solvay Chimica Sp.A. di Rosignano, in cui ha prestato attività lavorativa dal 19.04.1971 al 28.02.1990, dapprima con mansione di manovale presso il reparto Rifornimenti, successivamente come conduttore nastri trasportatori presso il reparto Sodiera e come conduttore BIR sempre presso il reparto Sodiera.
E’ stato pacificamente accertato, sia in processi penali che civili, l’utilizzo massiccio di amianto nella Solvay. La fibra killer era presente in guarnizioni, baderne e avvolgimenti, MCA era usato per le coibentazioni e le guarnizioni delle celle e tubazioni in genere.
Amianto in scaglie mescolato con acqua era usato per la preparazione dell’impasto, per il tamponamento di alcune zone dell’impianto negli anni 70; amianto in trecce poteva essere usato per gli interventi manutentivi.
Tutte queste parti costituite in MCA sono state costantemente presenti nel reparto sodiera, almeno fino agli inizi anni 90; le operazioni dirette su queste parti costituite di amianto di macchine ed impianti erano eseguite sia routinariamente che in emergenza dagli operatori manutentori.
Gli operatori del reparto sodiera non avevano compiti diretti di manutenzione o manipolazione se non in occasionali momenti. Tuttavia, durante le operazioni poste in essere dai manutentori, gli operai presso il predetto reparto erano presenti e potevano certamente subire un’esposizione indiretta, perché fibre e polvere si liberavano inquinando l’ambiente.
“La pronuncia della Corte di Appello di Firenze,è fondamentale perchè conferma la condizione di rischio amianto per coloro che hanno lavorato nel sito Solvay di Rosignagno“, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, difensore della moglie del lavoratore, componente della Commissione Nazionale Amianto, istituita dal Ministero dell’Ambiente, e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che, a tutti i livelli, lavora per incentivare le bonifiche e la messa in sicurezza dei siti, tra i quali edifici pubblici e stabilimenti, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad amianto, e il riconoscimento dei diritti.
L’ONA ha diverse strutture operative, dalla sede provinciale ubicata in Latina, Via Cairoli n. 10, all’ambulatorio medico legale in Cisterna di Latina, diretto dal Dott. Arturo Cianciosi, per l’assistenza sanitaria gratuita, e con la collaborazione del Prof. Luciano Mutti, oncologo di fama internazionale, e lo sportello amianto, anche on-line.
Tutti i cittadini possono rivolgersi all’associazione attraverso il numero verde 800 034 294.