Con il DM 12 marzo 2019 è stato approvato il nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio della assistenza sanitaria, a partire dal 1 gennaio 2020.
Il nuovo sistema si basa su 88 indicatori che spaziano dalla prevenzione, all’assistenza distrettuale fino ad arrivare a quella ospedaliera. Tutte le attività sanitarie erogate dalle Regioni sono valutate secondo questi nuovi indicatori.
Sono stati sperimentati 22 indicatori definiti “CORE”, ogni indicatore è stato parametrizzato secondo un punteggio che va da 0 a 100, dove il punteggio 60 corrisponde al valore soglia.
In via sperimentale questo nuovo sistema è stato applicato sui dati disponibili dal 2016 al 2019 e si è potuto riscontrare che le Regioni che hanno avuto un punteggio alto nell’Area Prevenzione sono state: Umbria con il 95,65, Emilia Romagna con il 94,41, segue il Veneto con il 94,13.
Per l’Area Distrettuale la Regione Veneto ha raggiunto i 97,64 punti, classificandosi migliore Regione per l’erogazione di servizi territoriali, l’hanno seguita Emilia Romagna con 94,51 e la Lombardia con 89,98 punti.
Per l’Area Ospedaliera il miglior punteggio è stato raggiunto dalla Provincia autonoma di Trento con 96,98 punti, a seguire Emilia Romagna con 94,66 ed infine la Toscana con 91,39.
Tra le regioni che non garantiscono i LEA si annoverano la Valle d’Aosta, la Provincia autonoma di Bolzano, il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia che non hanno raggiunto il punteggio minimo di 60 per una delle tre aree monitorate.
Nel 2018 il Lazio si è collocata con 190 punti al 12° posto tra le regioni di Italia con nessun indicatore critico.
Nel 2019 si trova tra le Regioni che garantisce i LEA.
Dai dati pubblicati dal Ministero della Salute per ogni indicatore “CORE” si è verificato che la Provincia autonoma di Bolzano nel 2019 non ha garantito la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la prima dose del vaccino trivalente MPR.
La Sicilia non ha garantito la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi nel ciclo base del vaccino esavalente.
Bassa è la proporzione di persone che hanno effettuato un test di screening di primo livello in un programma organizzato per cervice uterina, mammella, colon retto, nelle Regioni del sud della Italia.
Basso è il tasso di pazienti trattati in Assistenza domiciliare soprattutto in Calabria, Lazio e Valle d’Aosta.
La rappresentazione di questa sperimentazione, pubblicato il 15 luglio sul sito del Ministero della Salute evidenzia come molte Regioni italiane devono ancora migliorare i servizi erogati attuando delle politiche sanitarie mirate a correggere le discrepanze che ancora esistono tra le varie Regioni.
Simona Gentile