Vorrei capire per quale motivo qualcuno si debba o possa sentire al di sopra o fuori delle regole, ovvero che altri possano trasformare la negazione in opacità comportamentali. Una volta si diceva “PANE AL PANE E VINO AL VINO”, oggi si nazionalizza temporaneamente nell’interesse del paese. E allora? Allora rinunciamo ai Cantieri STX e teniamoci strette Alitalia, le Caserme dismesse e gli altri gioielli di famiglia, comprese le poche alt…re grandi aziende italiane rimaste, come quelle del gruppo Finmeccanica e come ENI, il cui AD era ieri a colloquio con il premier libico Serraj, a conferma del ruolo strategico che possono avere le “compagnie di bandiera”. Dobbiamo prendere esempio dalla Francia o dalla Germania, che non mollerebbero mai Air France e Lufthansa. E le centinaia di aziende italiane a partecipazione statale svendute o rottamate all’inizio degli anni novanta del secolo scorso? Volate via, facendo di tutta l’erba un fascio, mettendo disinvoltamente insieme oro e ciarpame, con tanti saluti al privato mai decollato o emigrato come la FIAT, o disciolto come Enimont. Solo qualche lacrima di coccodrillo per i morti “ammazzati” come Mattei, Castellari, Cagliari, Gardini…