(6 APRILE 2016) Rompo il silenzio, anche se sono impegnatissimo, per esprimere tutta la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo con lo “Scandalo Panama Papers”. Vorrei ironizzare citando la “Spectre”, ma vi devo dire che da subito ho avuto la sensazione di un evento talmente serio da risultare devastante e destabilizzante per i già precari e difficili equilibri di un mondo permanentemente sull’orlo di una crisi di nervi. Capisco che tornare indietro è impossibile, che così gli undici milioni di beati dei paradisi fiscali sono finiti tutti di botto all’inferno, ma non vorrei che tutti gli altri miliardi di poveri o investitori onesti facessero la stessa fine, a beneficio dei fabbricanti di morte e dei ricostruttori pelosi. Lo sappiamo che la notizia e la verità sono irrinunciabili, anche se non scevre da artate interferenze, ma attenzione a non esagerare, perchè mai come adesso il rischio non potrebbe valere la candela. Infine, le strategie di guerra fredda e calda sono cambiate, ma i risultati sono sempre gli stessi, forse peggiori, moltiplicando fame, disperazione, deportazioni e morte.