(Adnkronos) – "La scelta di personaggi noti di rendere pubblica la diagnosi di una malattia, in particolare un tumore come il melanoma, è utile a tutti". Lo afferma all'Adnkronos Salute Andrea Paro Vidolin, responsabile Centro Fotodermatologia dell'Ospedale Israelitico di Roma, che accoglie con favore la scelta dell'ex consorte del principe Andrea di rendere nota la diagnosi di un melanoma maligno dopo aver rimosso diversi nei, uno dei quali identificato come canceroso, appena 6 mesi dopo essere stata curata per un cancro al seno. "Spinge le persone a fare controlli, favorisce la diffusione degli screening e fa sentire meno soli i pazienti. Testimonianze 'vip' come quella della duchessa di York Sarah Ferguson offrono informazioni necessarie alla prevenzione, fondamentale nonostante i progressi terapeutici". Parlare "in presenza di problemi di salute – spiega Paro Vidolin – aiuta a combattere il pregiudizio e lo stigma. Prendiamo il caso dell'attrice Kasia Smutniak che ha deciso di aprirsi e raccontare la sua esperienza con la vitiligine, descrivendo il percorso di accettazione che le ha permesso di tornare ad amare la sua pelle. Per non parlare di Winnie Harlow, la prima modella con la vitiligine scelta da un noto brand per dimostrare come la bellezza si possa manifestare in modi diversi, trasmettendo un messaggio di inclusione e positività, ottimismo e personalità. Due esempi che aiutano tanti pazienti a tornare a vivere, a non nascondersi e isolarsi a causa della malattia". Tornando alla vicenda di Sarah Ferguson, che secondo 'Sky News' dovrebbe sottoporsi a ulteriori indagini per verificare se il cancro è stato individuato nelle fasi iniziali, l'esperto non ha dubbi: "Se il melanoma è preso in tempo – avverte Paro Vidolin – ovvero se è al di sotto di 1 millimetro, si può procedere alla sua asportazione. Quanto più la malattia va in profondità, ovvero se è al di sopra di un 1 millimetro, tanto più complicata può essere l'asportazione e più sale il rischio che il tumore abbia intaccato le zone adiacenti. In tal caso si procede con indagini strumentali e radiologiche e, se necessario, con terapie farmacologiche oggi molto efficaci anche in presenza di metastasi". Ma prima di arrivare all'approccio chirurgico, "sempre meglio puntare sulla prevenzione". Innanzitutto "conoscere il proprio fototipo – raccomanda il dermatologo – e sulla base di quello scegliere la propria crema solare ideale, evitando quelle che riportano diciture come '100% protezione' o 'protezione per l'intera giornata', palesemente non veritiere. Chi ha il fototipo 1, caratterizzato da capelli rossi o biondi con pelle molto chiara, deve usare una protezione molto alta; chi ha il fototipo 2 (capelli biondi o castani con pelle chiara) da molto alta ad alta; per il fototipo 3 (biondo scuro o persone con pelle sensibile) e il fototipo 4 (capelli castani con pelle moderatamente sensibile) va bene la media, mentre per il fototipo 5 (capelli scuri e carnagione olivastra) e il fototipo 6 (capelli scurissimi e pelle non sensibile) è consigliabile la bassa". Non solo: "Chi ha la pelle molto chiara – ammonisce Paro Vidolin – deve stare attento alle scottature, alle ustioni, sottoporsi al controllo dei nei 1-2 volte l'anno da uno specialista dermatologo. Da me vengono pazienti che affermano candidamente di esporsi al sole applicando la crema la mattina alle 9 e il pomeriggio alle 17. Ma così è inutile, non sanno che in questo modo causano danni enormi alla pelle. Non a caso il melanoma è in aumento tra i giovani, in particolare nella fascia di età 15-30 anni – rimarca l'esperto – ovvero la fetta di popolazione che più di ogni altra sottovaluta i rischi causati da un'eccessiva esposizione ai raggi solari. Per questo motivo servono campagne informative, dobbiamo coinvolgere i giovanissimi già nelle scuole. Ma per questo serve l'aiuto del ministero della Salute, le iniziative con privati non bastano". Oltre alla fotoprotezione topica (l'utilizzo di creme con modalità e orari definiti dal dermatologo a seconda del caso), puntualizza Paro Vidolin, è "molto importante anche la fotoprotezione sistemica con l'ausilio di antiossidanti e integratori da assumere prima dell'estate". A contribuire all'aumento dei casi di melanoma in Italia, secondo l'esperto, è anche "l'esposizione 'mordi e fuggi' ai raggi Uv a cui in molti si sottopongono durante l'anno con viaggi nei Paesi Tropicali per 1 settimana, anche 2 volte in 12 mesi, mentre fino a 10-15 anni fa si andava in vacanza più a lungo e l'esposizione al sole avveniva in modo graduale". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)