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IL SACRIFICIO DI JO COX

17 GIUGNO 2016
Sappiamo che gli incendi in natura sono al novantanove per cento dolosi, che la violenza dentro e fuori degli stadi è preorganizzata “militarmente”, che gli assassinii eccellenti hanno tutti motivazioni non banali. Diciamo che l’uccisione dell’europarlamentare Jo Cox e dell’inviata di guerra Jacky Sutton, entrambe inglesi, donne impegnate sul fronte delle più scomode questioni internazionali, hanno inquietanti punti in comune. La prima trucidata ieri a colpi di pistola da un uomo puntualmente dichiarato squilibrato, la seconda trovata morta nell’ottobre scorso impiccata ai lacci delle sue scarpe in Aeroporto ad Istanbul, puntualmente dichiarata suicida. Jacky, come Jo, aveva avuto ed aveva un ruolo delicato. Lei era a capo dell’ Institute for War & Peace Reporting (IWPR) era stata inviata di guerra in Afghanistan e Iraq. Indagava sulle donne dell’Is e temeva di poter essere bersaglio del Califfato. Il suo predecessore a capo di Iwpr era stato ucciso in un attacco terroristico. Jo Cox, prima di arrivare nell’Europarlamento e divenire una paladina dell’anti Brexit, si era impegnata in tutto il mondo, a sostegno di campagne umanitarie e attività di beneficenza per combattere la povertà, la sofferenza e la discriminazione. Del suo impegno hanno usufruito, tra le altre, organizzazioni come Oxfam, Save The Childern e la National Society for the Prevention of Cruelty to Children. Jo Cox Per questo suo instancabile lavoro al servizio degli altri, nel 2009 era stata nominata Global Leader al Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. Nel 2012 aveva ricevuto il Devex Award per il suo contributo allo sviluppo internazionale. Una delle aree di intervento, quest’ultima, che Jo Cox copriva anche in Parlamento, assieme a politica estera, educazione dell’infanzia e isolamento sociale. Jo Cox, co-presidente del gruppo parlamentare trasversale Friends of Syria, si astenne dal voto sull’adesione militare britannica alla Coalizione internazionale in polemica con l’assenza di un approccio complessivo alla crisi che includesse necessariamente anche il dialogo con il dittatore Assad. Era inoltre membro dei gruppi della Camera dei Comuni al lavoro su temi di grande respiro come Palestina, Pakistan, Kashmir. Ecco perché penso che le cose non avvengano mai per caso, anche se così si vuol far credere…
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