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A ROMA E LO SPORT DI BASE

24 MAGGIO 2016
Ieri ancora uno spasmo, un acuto dolore per lo stato preagonico del sistema sportivo romano che dai XVII Giochi del 1960 vive e sopravvive di una rendita sempre più povera. Una riunione al Quarticciolo, dove si sono dati appuntamento molti operatori dello sport di base con Laura Coccia, atleta paralimpica e animatrice di una potenziale ripresa, con messa in rete delle realtà positive in campo, ha comunque evidenziato un tale stato di degrado da far pensare ad una situazione di non ritorno per il pubblico, salvo l’ognun per se dei privati e il fai da te dei disperati. La verità è che il Comune di Roma non ha mai preso in seria considerazione la questione sportiva, rinunciando per decenni a gestire i propri impianti, avvertiti come un problema e non come una risorsa, lasciati alla gestione del CONI e poi al degrado, una volta cessata la convenzione. Chiunque se ne può rendere conto facendo visita alle rovine dello Stadio Flaminio, piuttosto che all’abbandono imbarazzante dello stadio delle Aquile, dello Stella Polare o del Campo Testaccio… Per lo sport a Roma da decenni “Delegati” e mai la piena dignità di Assessori. Questo la dice lunga sulla miopia di Sindaci e maggioranze politiche di riferimento, che si sono appagate delle alterne fortune calcistiche di Roma e Lazio, ma non hanno mai fatto seri investimenti sulla risorsa sociale fondamentale, che è lo sport inteso come pratica, attività fisica salutare e momento di aggregazione per la comunità. Siamo al paradosso che l’unica Città Olimpica italiana, che ambisce ad una seconda opportunità per il 2024, non abbia trovato il modo di onorare il proprio ruolo naturale e cogliere l’opportunità di fare una scelta strategica utile per la sua collettività. Per il futuro prossimo, mi auguro che si abbia il coraggio di cambiare radicalmente, puntando soprattutto sulle risorse umane, che non mancano, ma che vanno affinate, formate. L’immenso patrimonio verde della Città aspetta di essere recuperato alla fruizione virtuosa dei cittadini, che ci auguriamo possano così avere sempre meno bisogno di strutture sanitarie. Gli impianti scolastici e dei complessi religiosi completano un quadro sbilanciato dell’esistente sul territorio, ma quello che occorre è soprattutto un grande progetto per lo sport a Roma, dai cortili allo Stadio Olimpico, dai singoli alle grandi polisportive, dai piccoli tornei di caseggiato alla Romaratona, agli stessi Giochi Olimpici, se ci verranno assegnati.
Per questo, occorrerebbe, al primo punto di un programma – per il breve, medio e lungo termine – come fondamentale premessa, la determinazione di un evento straordinario, ovvero la convocazione degli STATI GENERALI DELLO SPORT ROMANO, da cui ripartire senza se e senza ma..
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