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ROMA INSELVATICHITA E LE GIOVANI MARMOTTE

– E’ di ieri la notizia che la maledizione olimpica, alla stregua di quella di Tutankhamon, continua a colpire e adesso ritorna sotto le sembianze del danno erariale. Diciamo, per sdrammatizzare, che il mal comune potrebbe essere anche masochisticamente avvertito come mezzo gaudio, laddove nel labirinto infinito dei pesi e dei contrappesi si dovesse riassumere la tragedia italiana della burocrazia, perché è tale che il Paese dei veti e dei ricorsi rischia d’impantanarsi senza rimedi. E’ pur vero, che esiste appunto la possibilità di ricorrere contro i ricorsi e – dopo o prima che ai TAR – a chi difende i consumatori. E qui potremmo affidarci a consumati difensori dei consumatori di verde, che sono in trepida attesa di sollecitazioni, oppure all’associazione disneyana delle “Giovani Marmotte. Sì, perché mentre si alzano i roghi dagli sterpeti e dalla giungla che circondano case, strade, scuole, insomma il cuore di Roma, piuttosto che rendere impraticabili giardini e parchi pubblici, è sempre più frequente che addirittura gli automobilisti si perdano, non riconoscendo più le strade e non scorgendo più le insegne stradali, ormai sommerse dalla vegetazione, come per le civiltà scomparse. Roma dunque sempre più Maya, dallo Stadio Flaminio a Mostacciano, dal Parco dei Caduti di Nassiria a quello del Pineto, dall’Eur Laurentino a quello dell’Aniene, dalle rotonde di Cinecittà con i cardi ad altezza d’uomo, alle mandrie di cinghiali che scorrazzano dalla Cassia alla Trionfale… Giorni fa un signore andava ripetendo a se stesso: ”Non sono una giovane marmotta, non sono una giovane marmotta…” Adesso comincio a capire… Penso si debba rivolgere alle autorità affinché indaghino sui danni erariali, piuttosto che sulla Roma perduta nella giungla delle incompetenze …

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