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Roma, detenuto del carcere vede il suo scritto in minuscolo ed aggredisce agente di polizia

Fatto gravissimo quello accaduto ieri nel carcere romano di REGINA COELI. Un detenuto nigeriano, con problematiche psichiatriche, dopo essersi lamentato di avere visto il suo nome scritto in minuscolo ha improvvisamente aggredito con inaudita violenza un poliziotto penitenziario. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“E’ accaduto un fatto gravissimo, l’ennesimo”, denuncia il Segretario Nazionale del SAPPE per il Lazio Maurizio Somme. “Il detenuto si è scagliato improvvisamente contro il poliziotto dopo avere visto, su un normale foglio di notifica, il suo nome in minuscolo e lo ha ripetutamente colpito con violenti calci e pugni. Il provvidenziale e tempestivo intervento degli altri Agenti ha permesso di fermare il malcapitato, una furia, e fornire le prime cure al poliziotto ferito”.

“Si intervenga al più presto perché il Personale di Polizia Penitenziaria di Regina Coeli è allo stremo”, conclude Somma, che esprime solidarietà al collega ferito. “Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o quant’altro”.

Solidarietà al poliziotto ferito ed a tutti i poliziotti di Regina Coeli arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Mi preoccupa questo ennesimo grave episodio avvenuto nel carcere di Regina Coeli. Restano inascoltate le nostre segnalazioni al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ed al Provveditorato regionale di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri laziali e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico.

Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione Se i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non sono in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane ed alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria devono avere la dignità di dimettersi!”.

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