Se c’è stato un nome esemplificativo di un movimento nello sport italiano e internazionale, tanto quanto quelli che hanno contraddistinto fasi di storico cambiamento nella società, del costume, nella scienza, nella filosofia, questo è stato IL RINNOVAMENTO, inteso come movimento.
Nell’arco di vent’anni sviluppò un’azione crescente con effetti tangibili giusto dal 1967 al 1987, anno dei Campionati del Mondo a Roma, i cui si celebra in questi giorni il “trentennale”.
Se Nebiolo non avesse partecipato all’intrapresa, rendendosi disponibile pe la candidatura a presidente nel 1968, la storia dell’atletica e dello sport avrebbero avuto ben altro incedere e gli stessi campionati di Roma non sarebbero ma nati. Chi ha vissuto quelle vicende nel profondo, contribuendo a plasmarne sostanza ed aspetto sa che la storia sarebbe stata ben altra, soprattutto per la perdita prematura, improvvisa ed irreparabile di un pilatro come Bruno Zauli.
Forse è venuto il momento di aprire una seria riflessione sulla esperienza vissuta, proprio in funzione del futuro, che non sembra sia facile. Forse è venuto il momento di riunire gli anziani della tribù, affinché esperienza e saggezza superstiti non vadano definitivamente perse.
Comunque, proviamo intanto a capire il fenomeno di quegli anni, quando l’Italia dell’atletica – con la guida di un personaggio super ambizioso come Primo Nebiolo – fu leader assoluta nella IAAF, nell’ASOIF, nel CIO in simbiosi con la reggenza di Samaranch, nella FISU, concludendo appunto il ciclo con l’evento di Roma ’87.
Quella fu davvero una grande festa, ad un costo bassissimo di gestione, rispetto alla resa economica a favore della IAAF impegnata a favore dei paesi più poveri. Naturalmente, come tutte le feste che si rispettano, anche Roma ’87 fu rovinata dall’improvvido episodio del salto “taroccato” per una inutile, insensata, maledetta medaglia in più. Dopo ci fu il delirio, L’ATLETICA NELLA BUFERA titolava tutti i giorni in prima pagina La Gazzetta dello Sport… E fu l’inizio della fine.