Penso alla vicenda Schwazer come ad un film già visto, con possibile lieto fine. Si, perché esistono ribalta e backstage. Come sempre accade, la cattiva notizia, seguita da una buona, può assumere l’aspetto positivo del riscatto, ma non sempre questo avviene o avviene in modo parziale. In questa vicenda trovo elementi che paradossalmente accostano Alex a Dorando, perché
qualcuno ancora dubita che il malore che colse l’eroe carpigiano in vista del traguardo olimpico a Londra… nel 1908 non fosse del tutto naturale. Poi dopo il vittorioso confronto diretto con Hayes a New York, arrivò la salvifica prova che Pietri era veramente il più forte e che il campione olimpico morale era lui. Adesso Alex ha stracciato l’argento trasmutato in oro di Londra 2012, Jared Tallent, in condizioni certificate di purezza ed ha riaffermato il principio agonistico che quel che conta è il risultato sul campo, salvo contrario avviso. Però, rimane aperta la questione che troppi hanno sofferto ed ancora soffrono della venefica nebulosa, che si è determinata con la sua vicenda. Penso a quanti coinvolti, anche loro malgrado e non risarcibili sulla strada. Sono esistite ed esistono questioni d’ordine morale che andrebbero affrontate con temperanza ed equo giudizio. Una volta si invocava il “tempo galantuomo”; oggi si deve sperare in galantuomini che non perdano tempo.
Ruggero Alcanterini.