Le scosse si susseguono spaccando in due la parte nodale del Centro-Italia. Ho dato uno sguardo alla situazione di San Severino, dove risiedono da sempre persone amiche e scopro che gli stabili crollati sono ben cinquecento, che le strutture inagibili costituiscono il quarantadue per cento del totale, eppure se ne parla poco, rispetto a Visso ed Ussita, eppure anche il Palazzetto dello Sport si San Severino è divenuto un grande ospitale rifugio per i millecinquecento sfortunati, che hanno perso il tetto. Il Castello di Pitino rimane offeso, ma vigile, in attesa di cure. Apprendo che da vent’anni, un ex abitante di Col Fiorito vive a Foligno in una delle centinaia di case in legno “provvisorie”, in attesa della ricostruzione…e che in un deposito ad hoc, sempre a Foligno, si vanno curando migliaia di opere d’arte salvate. L’opera degli esperti del Ministero BC è sapiente ed accurata, ma dai tempi infiniti, perché gli addetti, ancorché animati da straordinaria passione, sono soltanto due. Ma possibile che il nostro Paese possa competere nel campo del Turismo e della cultura con organici ridicoli, investimenti lontani anni luce dall’ottimale e, quel che è peggio, avendo disperso nelle Regioni deleghe strategiche, polverizzando risorse e disarticolando azioni fondamentali? Credo si debba pensare seriamente a rivedere il bilancio dello Stato per voci di spesa ed entità degli interventi, che si debbano rinforzare gli organici laddove urgono nuovi apporti. Oggi, come ieri, il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato hanno ribadito la promessa di ricostruire tutto, ma per farlo bisogna avere comportamenti conseguenti e funzionali. Ci sono danni per miliardi, ma gli stanziamenti al momento sono soltanto per decine di milioni: gocce nel mare magnum di un disastro annunciato e che non cesserà di replicarsi ora sempre…
Ruggero Alcanterini