La presentazione del Bilancio di Sostenibilità da parte del CONI è stata una ulteriore occasione per affermare il primato dei valori sportivi come quelli che sintetizzano il concetto di fair play – rispetto delle regole, stile di vita corretto – in un contesto complesso e problematico come quello che stiamo vivendo a livello nazionale e internazionale. Mercoledì mattina, a Potenza, dove ci sarò anch’io, ìn materia, si farà il punto. Sembra che il mondo dello sport, nella fase dei suoi appuntamenti congressuali quadriennali e di passaggi fondamentali, di verifiche del consenso da parte della politica di governo del Paese e in campo internazionale, si stia orientando verso una presa sostanziale di responsabilità, rispetto al ruolo sociale dello sport, di cui per legge il CONI è detentore della delega. Infatti, è proprio sulle modalità di promozione della cultura sportiva che si dovrebbe sviluppare una azione, che recuperi marginalità e periferie, fasce da integrare ed includere, disagio sociale e criticità della salute attraverso una azione di indirizzo, coordinamento e collaborazione attiva con Dicasteri con competenze per l’Istruzione, la Salute, l’Interno, le Infrastrutture, il Turismo, i Beni Culturali, le Regioni, l’Economia, la stessa Presidenza del Consiglio. In tal senso, voglio sottolineare che, se non è la prima ma l’ennesima prova d’appello che viene richiamata dai tempi di Zauli ed Onesti, che lo stesso composito movimento internazionale dello sport per tutti e lo stesso CIO sono orientati a modificare scelte ed orientamenti, che l’European Fair Play Movement (EFPM) ha convocato su questi temi il Congresso a Jaffa (Israele) nel prossimo mese di maggio, in buona sostanza si rappresenta una opportunità di controtendenza, quella che vorrebbe il primato del valore sociale della pratica sportiva, quella dell’essere, piuttosto che dell’apparire dietro blasoni, luoghi comuni, bandiere e medaglie, che devono rimanere simboli, mete ambite da raggiungere, ma non esaustive e sostitutive dei bisogni, a prescindere dal merito.
Ruggero Alcanterini