Con l’avanzare della stagione autunnale e con il cambiare delle condizioni climatiche del pianeta, per le ragioni che ormai tutti abbiamo ben capito, i nodi nascosti nel degrado generale arrivano al pettine. Ovvero, gli alberi non potati, i tombini otturati, le buche nelle strade, i ponti non manutenuti, i rifiuti abbandonati, i disperati accolti e lasciati allo sbaraglio ogni dove s’impattano sulle calamità naturali che non ci risparmiano. Anche il confronto con la Commissione Europea appare improprio se non allucinante: l’Unione dell’ognun per se e Dio per tutti sembra confermare la sua vera anima, ovvero il nulla. Temo che non ci sia via di uscita se non un cambiamento radicale di rotta e comportamenti, mettendo in discussione accordi e convenzioni stucchevoli. Se dobbiamo aspettare il ”fine mai” dei terremoti e degli sbarchi per sentirci dire che comunque sui punti di percentuale del PIL si decide la sorte della Bella Cara Italia, ovvero che non siamo liberi di salvare città, scuole, monumenti, salute, allora possiamo ben dire che chi ha sottoscritto per noi patti politici e soprattutto l’accordo sull’Euro ha fatto un pessimo affare, condannandoci alla morte civile.
Ruggero Alcanterini