LE OLIMPIADI DEGLI STATI – Dopo il diniego di Sala per Milano, giunge la disponibilità da Firenze e dalla Toscana a sostituirsi a Roma per la candidatura.Torno all’idea che i Giochi Olimpici abbiano assunto da decenni una dimensione tale, per cui sarebbe più corretto stabilirne una sede definitiva, stabile, come del resto aveva intuito il mondo che lo aveva partorito, quello della cultura mediterranea, celebrandoli ad Olympia per oltre mille anni, dal 776 a,C. al 393 d.C. Diversamente, dobbiamo pensare che debbano essere gli stati a farsene carico, distribuendone l’organizzazione su di un territorio più ampio. Il criterio continentale che regola l’alternarsi delle scelte del CIO potrebbe investire organizzazioni comunitarie, com’è nel caso dell’Europa, piuttosto che una singola città. Aggiungo che addirittura, perché no, secondo il principio che muove l’Unesco a dichiarare patrimonio dell’Umanità questo e quello e la stessa ONU potrebbero occuparsi dello sport concretamente, come di un fenomeno propedeutico alla integrazione e alla pace, arrivando ad una soluzione che sollevi le singole comunità dall’insostenibile peso dei Giochi. Infine, però, occorre tener conto che il Comitato Olimpico Internazionale non è per niente incline a condividere il suo ruolo esclusivo ed autonomo in materia, onde per cui, finchè ci saranno “candidate city” disponibili…
Ruggero Alcanterini