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RIFLESSIONI DEL DIRETTORE – LE COSE PIU’ BELLE

Vi potrei parlare degli ultimi sviluppi in tema di doping con l’ennesima puntata in salsa russa, piuttosto che del divagare turistico in Area Schenghen di uno “ormai di famiglia” come Anis Amri, ma preferisco non farlo. Penso di averne le tasche piene e finché il sole irradierà gli ultimi giorni di questo terribile anno bisestile, vorrò ricordare a voi e a me stesso tante cose belle, in cui mi sento coinvolto e in cui vorrei coinvolgervi. Ad esempio, ieri pomeriggio, ho chiamato il mio “maestro” Guglielmo Moretti per gli auguri di rito e lui, dall’alto dei novantasei compiuti, mi ha risposto con voce stentorea, lucido al punto di prevenire espressioni e domande. Quando mi ha raccontato che fino alla vigilia dei Giochi del Sessanta era stato precario e che il suo decollo verticale in RAI fu dovuto proprio alla grande occasione olimpica, con la promozione sul campo a capo dei Servizi Sportivi del Giornale Radio da parte del mitico Direttore Antonio Piccone Stella, mi sono sentito fare una endovena di adrenalina pura: avete capito quale apporto di risorse umane, di opportunità di crescita ci dette quella unica diciassettesima edizione romana? Lo sport italiano in tutte le sue declinazioni continuerà a dovere moltissimo a chi ebbe l’idea, il coraggio e la capacità di realizzare un’impresa che tanto più appare straordinaria, quante più sono cadute altre opportunità prima (1908/1944) e dopo (2004/20/24). Permettetemi di andare un po’ a ruota libera con il racconto e infilarci dentro le cose che concretamente ho vissuto emozionandomi, partendo dai mie ricordi e dalle reminiscenze storiche, continuando nel presente… E allora mi affido alle immagini di un ragazzo “jacovittiano”, quale io continuo a considerarmi; di Piccone Stella , che dopo aver avviato la comunicazione della RAI e cresciuto personaggi come Zavoli, Orlando, Bersani, Agnes e lo stesso Moretti, ebbe il coraggio di sbattere la porta in faccia a Fanfani, che imponeva Ettore Bernabei alla direzione generale; dello straordinario pattuglione CONI tra dirigenti ed atleti all’apertura dei XVII Giochi; a Giorgio Oberweger, che per me rimane l’esempio del Davide che nello sport può battere i Golia dai muscoli steroidei; a Gino Bartali, che per me era e rimane un punto di riferimento morale ed anche emotivo, quando mi affidavo agli impareggiabili racconti epici del principe dei radiocronisti, Mario Ferretti, altro fondamentale compagno di viaggio per Guglielmo Moretti tra il 1950 e il 1954, con lui a due Tour de France e a un Campionato del Mondo di Ciclismo…

Ruggero Alcanterini

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