Mi rivolgo a me stesso e a coloro con cui sto condividendo un percorso meraviglioso, a senso unico, quello della vita. Penso di andare ad un ritmo blando, ma costante, sostenibile, accelerando un pò quando serve, immaginando un allungo finale, non uno sprint “taglia gambe”, laggiù, in fondo ad un rettilineo lunghissimo, immaginifico, senza fine…
Cosa volete che vi dica, io credo che il senso unico della vita vada interpretato come una straordinaria opportunità da cogliere ed onorare sino in fondo, con passione ed impegno, nella consapevolezza che non esistono progetti definitivi, programmi pianificabili e regole certe di un gioco, di un mosaico composto da imprevisti e da incognite, di cui siamo parte, protagonisti nostro malgrado. Ecco, perché ritengo che siamo comunque eredi diretti degli umani che ci hanno preceduto, nel bene e nel male e che gli altri, che verranno a raccogliere il testimone, devono essere considerati compagni di una splendida staffetta senza soluzione di continuità.
Dobbiamo in ogni caso fidarci del futuro, come quelli che ci hanno preceduto e ci hanno affidato il presente. Poi, certo, entriamo nel quotidiano e non possiamo fare a meno di dividerci sulle opinioni e sui sentimenti, ma rimane di base che il senso della vita è unico, che ogni attimo trascorso è inappellabile, che quel che fatto è fatto e che del domani la certezza c’è, comunque tiri il vento, compreso quello di Borea.