Mancano due giorni all’apertura dei Giochi Olimpici a Rio e le notizie che provengono da quella fantastica location, variopinta e festosa, carioca, sono quasi esclusivamente legate ai temi del doping, dei lavori della metro e del Villaggio non conclusi, al traffico ipercongestionato, agli impeachment dei leader brasiliani, ai furti subiti dagli atleti australiani, alle favelas che sono escluse dal beneficio salvifico dello sport… Ma non mi sembra che non ci sia niente di nuovo o di strano rispetto a quello che c’era da aspettarsi.
Sono certo che quando La Cerimonia di Apertura della 31ma edizione dei Giochi Olimpici Estivi andrà in scena venerdì 5 agosto allo Stadio Mário Filho, più noto come Maracanà, per noi all’una del mattino di sabato 6, saremo tutti davanti alla tv: non mancherà un formidabile euforizzante tsunami di allegria, che ci manderà tutti in samba con buona pace di dormiglioni e pessimisti, sapremo finalmente tutto sul tedoforo ignoto, l’ultimo, che assumerà le sue sembianze giusto nel giro di pista e l’accensione del fuoco “sacro”, nel punto più alto dello Stadio. Infine, forse, apparirà Lei, il simbolo dell’immaginifica bellezza brasiliana, la ragazza di Ipanemà, Gisel Bundchen. Le Olimpiadi di Rio 2016 prevedono ben 306 eventi suddivisi in 28 differenti sport, mai tanti quanti quelli in corso nell’intricatissimo intrigante scacchiere mondiale dell’economia, del terrore, delle guerre, delle mafie, degli esodi veri e pilotati. Se il Mediterraneo – da cui si è originata l’antica cultura olimpica e dove, ad Atene, nel 1896, ripartirono i Olimpiadi moderne – rimane calmo, si prevedono centomila naufraghi sulle coste italiane entro agosto, diciamo il 93 per cento dell’umanità in fuga dalle coste africane, il restante 7 è previsto per la Grecia, salvo rottura degli accordi con il ringhioso Erdogan… Mi sembra proprio il caso di dire: “Ma a che Giochi giochiamo?”.
Ruggero Alcanterini