Insomma, invece di considerarci fortunati per non dover scegliere tra candidati presidenti dalle mani lunghe o corte o non essere assediati dagli uragani, ma di avere a che fare soltanto con la politica delle rinunce, ovvero meno senatori, meno ricoveri ospedalieri, meno posti di lavoro, ovvero più buche, più erbacce e mondezza lungo le strade, più sbarchi di disperati… ci dividiamo su questioni di lana caprina, come la mera ipotesi di un evento come quello olimpico di qui al 2024. Credo che questo esercizio sia però utile per capire dove vorremmo andare e dove effettivamente stiamo andando. Diciamo che, ormai, congetture, valutazioni, scontri tra opinioni e correnti di pensiero a “cinque cerchi” o “cinque stelle” si sono trasferite nel mondo del virtuale. Tutto questo ormai inutile polverone, mentre cerco di rimettere i piedi a terra, mi riporta all’orecchio una vecchio motivetto anticipatorio su corsi e ricorsi storici e sulla differenza di valore reale tra lira e l’euro:
“Se potessi avere mille lire al mese…
Che disperazione, che delusione dover campar,
sempre in disdetta, sempre in bolletta!
Ma se un posticino domani cara io troverò,
di gemme d’oro ti coprirò!
Se potessi avere mille lire al mese,
senza esagerare, sarei certo di trovar
tutta la felicità!
Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!
Una casettina in periferia, una mogliettina
giovane e carina, tale e quale come te.
Se potessi avere mille lire al mese,
farei tante spese, comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu!
Ruggero Alcanterini