Mi ha convinto definitivamente una “nipotina” dell’immortale Abebe Bikila: si tratta ovviamente di Almaz Ayana, che da ieri è oro olimpico e nuova primatista del mondo in una distanza, che nell’atletica è stata per tanti anni regno esclusivo dei maschi, i diecimila metri. Un vittoria splendida e indiscussa sin dall’inizio. Come mi è apparsa fantastica l’accoppiata azzurra Diana Bacosi e Chiara Cainero, due infallibili Calamity Jane, che hanno fatto strame delle avversarie nel tiro al piattello, entrambe con famiglia e figli e forse per questo più salde in competizione. Voglio aggiungere la ginnasta Simone Biles, anche lei americana di colore come la Manuel, doppio oro individuale e a squadre. Cosa dire, se non che i messaggi, che stanno partendo dalla massima rassegna sportiva mondiale, ci devono far riflettere sulle vessazioni di genere, che per millenni e secoli sono state imposte con danno per la collettività? Forse se il mondo fosse meno maschista, meno bianco e meno integralista avremmo meno problemi, con tanti saluti al judoka egiziano, che ha rifiutato il saluto all’avversario israeliano: davvero un’occasione persa per un normale gesto di fair play e plateale per promuovere il foul play, addirittura in mondovisione…
Ruggero Alcanterini