Questa sera o domani mattina, se preferite, si terrà la cerimonia d’apertura dei Giochi di Rio, la prima delle edizioni del dopoguerra senza la presenza almeno morale di uno sportivo italiano amatissimo nel mondo, protagonista diretto a Helsinki, Melbourne e Roma. Mi riferisco a “piedone” Carlo Bud Pedersoli Spencer, che è definitivamente entrato nel mito, nell’immaginario collettivo internazionale, dopo la sua recente scomparsa. Senza il vizio della burocrazia italica, gli ungheresi, a Budapest, gli hanno già intitolato un Parco Pubblico e cosparso la Città di murales, che lo ricordano, come personaggio positivo, amato. Sarebbe bello che anche in Italia se ne facesse un “brand” di profilo educativo, che la sua storia, i suoi film fossero ancora divulgati soprattutto tra ragazzi. Sono certo che qualche “bullo” e molti aspiranti tali capirebbero di essere sulla strada sbagliata…
Ruggero Alcanterini