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RIFLESSIONI DEL DIRETTORE – IL CROLLO

E sì, la parola chiave è “crollo”. Questa notte è improvvisamente crollata una palazzina a Ponte Milvio, a Roma, poco distante dallo Stadio della Farnesina, già sede dell’accademia Nazionale di Educazione fisica, dal Ministero Affari Esteri, locato nello stabile eretto nel Ventennio per ospitare la sede del PNF e dal CONI, a sua volta nel Palazzo H, già sede della stessa Accademia, della GIL e dell’ONB. Sicuramente viene sottovalutata la natura golenale della zona, naturalmente paludosa e che impegnò non poco Del Debbio e gli altri costruttori del Foro negli anni trenta, ma soprattutto costò la vita a Massenzio, 1704 anni fa, che tentando la fuga di fronte a Costantino, ripiegò con la sua armata in rotta sul ponte di legno da lui fatto costruire, che non resse e crollò travolgendolo. Era il 28 ottobre del 312 e inconsapevolmente Costantino, esibendo la testa di Massenzio, durante il trionfo che lo proclamò Grande, aveva avviato anche la decapitazione, la fine dei Giochi Olimpici “more greco” e di tutti gli altri ludi circensi, che sarebbe arrivata con il suo successore Teodosio nel 393, con l’editto che li vietò per motivi politico religiosi. Massenzio ci aveva lasciato la splendida Villa sull’Appia, con lo straordinario Circo che per secoli si pensò fosse di Caracalla e poi nell’Ottocento gli fu restituito da Rodolfo Lanciani. Dunque con Costantino, nel 330, nacque una Città nuova, Nea Roma, a lui intitolata, sulle rive del Bosforo, la splendida Constantinopolis, destinata a cambiare nome, passando per Bisanzio, sino all’odierna Istanbul, la Città dell’Islam, in turco-ottomano. La capitale della Turchia, come Gerusalemme e la stessa Roma è una delle tre città definite a pieno titolo “eterne” nel mondo, perché rimaste nel ruolo di capitali politiche, religiose, antropiche, nel corso millenario della storia, ma anche una delle città dove i Giochi Olimpici pur voluti (la candidatura per il 2020 bocciata dal CIO) non sono mai approdati. Ma tornando al “crollo”, le mura di Gerusalemme crollarono drammaticamente nel 70 e nel 1099 davanti ai romani ed ai crociati, quelle di Roma nel quinto secolo ad opera dei barbari e quelle di Bisanzio il 29 maggio del 1453, cedendo all’assedio di Maometto II. Tutto questo per capire come in fondo il “crollo” può avvenire ovunque e per le cause più diverse a cominciare dal terremoto e che non ci sono fondazioni tanto forti da resistere alle ” faglie “ della storia. Per questo, dubito che il processo comunitario per l’Europa sia già entrato in una fase involutiva – prima ancora che ne sia stata completata la sbilenca costruzione – e che le inutili “mura” destinate ad impedire le migrazioni bibliche afro-asiatiche stiano crollando, trascinando nella rovina il sogno dell’Unione, appunto come quello di Massenzio 1704 anni fa.

Ruggero Alcanterini

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