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Riceviamo e pubblichiamo: Biogas sui documenti ufficiali manca la scuola

Riceviamo e pubblichiamo. Biogas, é inammissibile documenti ufficiali omettono dati sensibili: MANCA LA SCUOLA

Gli elaborati tecnici che sono allegati ad un progetto diventano atti formali quando vengono presentati ad una pubblica amministrazione, specialmente quando essi sono relativi a richieste di autorizzazioni per la realizzazione di impianti definiti potenzialmente pericolosi. Che una grossa centrale che produce biometano attraverso un procedimento che prevede l’accumulo di grossi quantitativi di gas esplodente possa essere un impianto pericoloso per la popolazione non è solo ovvio ma è sancito dal fatto che la sua autorizzazione è soggetta ad un iter particolarmente lungo ed elaborato gestito da un ente amministrativo superiore a quello della municipalità in cui viene proposta. Tutti sanno che l’autorizzazione concessa alla COGEC per la realizzazione della centrale della Spadellata di Anzio è avvenuta in “camera caritatis”, senza quell’indispensabile coinvolgimento della popolazione che sempre viene posto in atto dalle amministrazioni locali in tali occasioni. L’autorizzazione per un impianto potenzialmente pericoloso posto in un ambito intensamente abitato senza che gli abitanti ne fossero posti a conoscenza è un fatto di estrema gravità per il quale alcune associazioni locali hanno deciso di fare appello al tribunale europeo. Un fatto che certamente dovrebbe anche interessare la Magistratura del nostro Paese. Se la Magistratura Italiana può non sentirsi coinvolta dalla gravissima mancanza di comunicazione certamente non può soprassedere se , la planimetria relativa all’ elaborato di progetto, quella che viene fornita per mostrare l’ubicazione del manufatto proposto ai fini delle distanze di sicurezza, non indicava obiettivi sensibili come la scuola dell’infanzia Spalviera, posta all’inizio di via Cipriani nel piccolo aggregato urbano chiamato “le Casette”. Fatto gravissimo con possibilità di azione penale. Si suppone che il progettista, che resta responsabile di ciò che firma, non abbia indicata la scuola e quindi l’obiettivo sensibile che, se riportato in pianta, non avrebbe permesso l’approvazione del progetto. Lo stesso obiettivo che, segnalato alle Conferenze dei Servizi dalla Associazioni locali ha fatto si che Regione Lazio si esprimesse in modo contrario alla realizzazione di altri due impianti impattanti in quanto posti a distanza inferiore a quella di sicurezza che era di 500 metri e che è stata successivamente portata a 1000 metri. L’impianto proposto dalla ditta COGEC ed in corso di realizzazione in via della Spadellata è posto a circa 290 metri in linea d’aria dagli obiettivi sensibili delle “casette” e della scuola Spalviera. Le centinaia di bambini e le decine di famiglie sono state del tutto ignorate dalla Conferenza dei Servizi e chi ha rappresentato in Comune di Anzio in tale consesso si è ben guardato dal farlo notare alla Commissione. Niente Scuola e niente obiettivi sensibili ed ora chi paga? Si continua a credere che debbano essere i cittadini della Sacida ma questi non sono d’accordo e vogliono che tutti i fatti vengano alla luce in un dibattito pubblico in cui si definiscano le responsabilità e se ne traggano le conseguenze. La Scuola non c’era e non c’è. Nel luglio 2017 la Città Metropolitana di Roma chiese alle amministrazioni comunali di indicare le zone in cui veniva preclusa la possibilità di realizzare nuovi impianti soggetti alla legge 152. Sembra che il Comune di Anzio abbia eluso tale richiesta nei tempi richiesti e che vi avvia aderito solo in un secondo tempo. Nel corso dell’approfondimento relativo al nuovo Piano Regionale dei Rifiuti notiamo che la Regione Lazio ha redatto una mappa riassuntiva relativamente alle zone precluse ma tale planimetria non mostra l’esistenza della fatidica scuola Spalviera e quindi non riporta la relativa zona di sicurezza. Zona di sicurezza in cui, ricordiamolo, ricade la centrale biogas della Spadellata. Se ne deduce che il Comune di Anzio ha ignorato, come fece il suo rappresentante alla Conferenza dei Servizi, l’esistenza di una scuola di centinaia di bambini e centinaia di abitanti della zona, oppure non li ha considerati degni di essere definiti “obiettivo sensibile”. Naturalmente sono partite, da parte delle associazioni, pec per segnalare l’omissione e richiedere la ragione della stessa. Molte sono le congetture che logica e pessimismo indurrebbero a formulare ma l’abitudine a basarsi sui fatti sconsigliano di farvi ricorso. Resta il fatto gravissimo che un documento ufficiale possa ignorare un elemento così rilevante non ipoteticamente ma concretamente. Fatti come questo servono solo ad intensificare la nebbia che avvolge la materia ambientale del nostro comune; una nebbia che deve essere diradata da un dibattito aperto e pubblico.

Sergio Franchi

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