“Non volevo credere a quanto mi veniva raccontato finché, dopo essermi recato due volte di mattina e non aver trovato numeri disponibili, nel pomeriggio del giorno 16/08/18 (giovedì) mi sono recato di nuovo presso gli uffici dell’anagrafe del comune di Anzio per rinnovare la mia carta d’identità.
Alle 14.15 circa, pensavo che l’ufficio aprisse alle 15.00, mi recavo presso la sede del comune dove 4 o 5 utenti già in fila mi comunicavano che i numeretti disponibili per la sessione pomeridiana erano già stati assegnati. A fronte della mia perplessità dovuta all’orario, gli altri utenti li presenti mi informavano che i numeri erano stati distribuiti la mattina, e che loro avevano quindi prenotato un posto per l’orario pomeridiano.
Alla mia richiesta di vedere quale biglietto numerato fosse stato loro assegnato e capire chi avesse preso tale iniziativa, mi veniva mostrato un pezzetto di carta, strappato da un comune quadernino, sul quale c’era scritto a penna un numero progressivo e che gli era stato consegnato dall’uscere al fine di prenotare il posto per la sessione pomeridiana.
Pochi minuti dopo, al rientro dalla sua pausa, ho chiesto spiegazioni all’uscere, spiegando che il foglietto numerato in possesso di quegli utenti non aveva nessun valore giuridico, e che i numeri reali dovevano essere distribuiti all’apertura dell’ufficio secondo l’ordine di arrivo. L’uscere ha quindi, con un sorriso beffardo, cercato di prendersi le ragioni spiegando che quella è la prassi, ha continuato poi, che per accaparrarsi uno dei venti numeri disponibili per la sessione mattutina, le persone sono in fila già dalle prime ore del mattino. Ha aggiunto poi, che la sessione pomeridiana, che prevede solo dieci numeri, non è da meno. Le persone si presentano alle undici o a mezzogiorno per fare la fila, vengono quindi distribuiti questi fantomatici foglietti che darebbero il diritto di prenotare uno dei dieci posti disponibili del pomeriggio.
Alla fine mi è stato lasciato intendere che funziona così e che mi sarei dovuto arrangiare o comunque per avere la certezza di un numero mi sarei dovuto adeguare, vale a dire arrivare praticamente tra le 06.00 e le 07.00 del mattino o andare a metà mattinata per cercare di avere un numero per il pomeriggio. È quindi impensabile di andare con comodo durante l’orario di ufficio perché alle 8.30 o alle 15.30 i numeri sono già finiti. A questo punto la logica mi porta a pensare che qualcosa non funziona nell’organizzazione dell’ufficio o che non c’è interesse da parte dell’amministrazione di fornire un servizio efficiente ai cittadini, impensabile per una città come Anzio.
Non potendo credere a cosa stavo udendo ho chiamato le forze dell’ordine per cercare di ripristinare il buon senso, visto che anche altri utenti, ormai inferociti, erano in attesa di capire l’evolversi della situazione che sarebbe comunque degenerata all’orario di apertura. Purtroppo, però, anche lì è iniziato il solito valzer delle competenze passando così dai carabinieri alla polizia municipale, rappresentata al telefono dall’ispettore Catuzza, il quale mi liquidava dicendo che non c’era un auto disponibile e che comunque sarebbero intervenuti solo su chiamata del responsabile dell’ufficio anagrafe; lì mi è sorto un nuovo dubbio di disservizio, se chiama un cittadino per far valere i propri diritti non c’è personale o auto disponibile, se chiama un responsabile del comune allora il personale o l’auto c’è.
Quando si è capito che avrei portato avanti le mie ragioni, ci è stata allora proposta, a me e ad altri tre utenti che appoggiavano la mia ideologia, la possibilità di avere sì la nostra carta d’identità ma solo in formato cartaceo rilasciato ormai solo per le urgenze.
L’odissea però è solo a metà dell’opera.
Alle 15,30, o meglio alle 15,35 passate non si capisce il perché del ritardo, si erano ormai assemblati una cinquantina o forse più di utenti tutti in attesa di entrare, e non appena l’uscere ha aperto le porte è scattata la corsa al numeretto dando vita alle prime parapiglia. Non potete immaginare anziani, bambini e stranieri che non parlano l’italiano in mezzo a quella baraonda tra urla e chi cerca di sorpassarti.
Il mal funzionamento della elimina code ha poi completato l’opera, così visto l’accumularsi del ritardo abbiamo consigliato all’uscere di far cominciare senza i numeri, morale della favola alcuni utenti in attesa di richiedere la carta d’identità elettronica e che avevano acquisito il privilegio di essere tra i dieci fortunati, si sono dovuti accontentare della carta d’identità cartacea perché il numero per il relativo sportello non era più disponibile grazie appunto al mal funzionamento della elimina code e gli è stato quindi assegnato il numero per lo sportello delle carte d’identità cartacee.”
Alessandro Ambrosi