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REMEMBER DEL DIRETTORE – Ruggero Alcanterini 3 FFEBBRAIO 2020

Di Ruggero Alcanterini

 

DAL PIPISTRELLO AL CORONA, TANTO MEGLIO DA TANTO PEGGIO… – https://www.youtube.com/watch?v=lSTZ9N7B_8s&feature=share…

 

Beh, non posso sottrarmi alla leggerezza con cui Johann Strauss trattò il pipistrello in maschera nell’operetta, che andò in scena a Vienna nel 1874. Anche allora il clima tragico determinato dal disastro della Borsa richiedeva una via d’uscita teatrale, trionfale ed anche allora tutto partì dal piccolo mammifero in maschera ed una trama intrigante. Ora l’emergenza sanitaria globale partita dalla cinese Wuhan si trasforma in sorprendente riscatto italico a Roma. Tanto straordinario appare il degrado che confina e minaccia la roccaforte dell’infettivologia, l’isola ospedaliera del Lazzaro Spallanzani, dove l’eccellenza delle stoiche ricercatrici Concetta Castilletti (siciliana) e Francesca Colavita (molisana) ha avuto una volta di più ragione, isolando il “Coronavirus”, della sottofamiglia Orthocoronavirinae, della famiglia Coronaviridae, del sottordine Cornidovirineae, dell’ordine Nidovirales. a tempo di record, quanto allucinante si manifesta il degrado che circonda quell’area di cotanto geniale impegno. Ecco, se le regole, i protocolli occhiuti e le attività delle amministrazioni in ossequio della filosofia eurocentrica hanno portato per un verso ad ottenere il meglio dagli operatori comunitari peggio trattati e dall’altra alla dissennata distruzione di un patrimonio storico, come quello dell’Ospedale Forlanini, contiguo, nonché del San Giacomo a Piazza del Popolo, piuttosto che del Santa Maria della Pietà, nell’area nord della Capitale, viene da chiedersi quale sia la ratio che di fatto ci governa. In realtà, la debolezza progettuale e la precarietà della politica, che si riverbera sull’intero impalco del sistema, sono al contempo la causa di tanto malessere e la premessa per i performanti comportamenti di chi la sfida l’accetta, a prescindere dalle condizioni d’ingaggio. Ma, allora, vogliamo finirla una volta per tutte di far finta di non capire, di non vedere che la pantomima o se preferite il teatrino che mette in scena il giubilo per la nuova salvifica “scoperta”, come per la fine di un suicida commissariamento della sanità nel Lazio, non è altro che l’annuncio di un perverso “altro giro, altra corsa”, come negli autoscontro di buona memoria? Le risorse per la ricerca sono e rimarranno inadeguate, come le opere di risanamento, progettazione e ricostruzione, a fronte di tanto voluto insensato sfacelo, richiederanno ancora tempi biblici e costi ben maggiori dei risparmi vantati a prezzo delle lacrime e del sangue dei cittadini, privati per anni del loro diritto alla salute, dei posti letto e degli operatori sanitari. Aver ridotto lucidamente il Forlanini a centocinquantamila metri quadri di girone dantesco, preda totale di un degrado orrendo, assoluto, non trova giustificazioni, salvo divenire motivazione formidabile per una idea di riscatto, che nulla può avere a vedere con quanto accaduto nell’ultimo trentennio, compresi i movimenti di recente germinazione. I “millenar”, si loro, i millenar ventenni di oggi, saranno presto al pezzo e si dovranno far carico di tanto stupido sfacelo e in pochi saremo in grado di dare a quei giovani spiegazioni accettabili, giusto quando cadranno gli ultimi veli e la vera giustizia si farà avanti senza infingimenti e papocchi, come si è cominciato a palesare con la contestata apertura dell’anno giudiziario 2020.

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