Di Ruggero Alcanterini
SENZA TEMPO – Credo che l’elemento giusto per misurare il valore di persone, cose ed accadimenti sia davvero il tempo e che quindi ciò che ha valore sia pari all’infinito, ovvero senza un tempo definito, quindi senza tempo. Per conseguenza, provate a dare un valore a quanto avete davanti al naso o agli occhi, cercando di capire se in proiezione futura se ne potrebbe conservare la memoria o se diversamente non sia destinato alla rimozione, tanto quanto le rovine o i rifiuti che lo dovrebbero, ma spesso rimangono testimonianza di vita o di orribile degrado. Allora, proviamo a pensare alla Piramide di Cheope, piuttosto che al Colosseo, alla Grande Muraglia , oppure a Machu Picchu, a Cesare Augusto, a Cleopatra, a Marco Polo o a Napoleone , passando per mito e realtà , magari per date improbabili, come quelle riguardanti la nostra evoluzione tecnologica, dal linguaggio al fuoco, dall’agricoltura alla ruota, nonché per fatti certi, storici riconosciuti come la fondazione degli imperi e magari delle invenzioni, pietre miliari della terribile escalation verso la rovina di Gaia, la casa comune, Oikoumene, che immeritatamente abitiamo… Bene, alcune per tutte, oltre le innumerevoli dell’incredibile Leonardo, vi segnalo e raccomando, come quelle fatte da Euclide, Pitagora, Archimede, Gutenberg, Copernico, Newton, Volta, Meucci, Edison, Marconi, Einstein , Fleming, nel bene e nel male, visto che spesso ci lamentiamo dello stress da eccesso di benefici e del relativo logorio da vita moderna. Ma, tenete ben presente che i personaggi di assoluta attualità, in queste ore, sono Archimede e de Coubertin, uno per aver dato un valore essenziale al cerchio con la sua quadratura e le sue innumerevoli applicazioni, l’altro per averlo adottato tra il 1913 e il 1914 ( presentazione del Simbolo al Congresso di Parigi) nella formula “Cinque Cerchi Olimpici” per sintetizzare gli ideali di fratellanza universale tra i continenti ed i popoli. L’esasperazione dei nazionalismi portò di li a poco alla Prima Guerra Mondiale ( della cui conclusione quest’anno ricorre il centenario) con il rinvio di due edizioni dei Giochi, come per la Seconda, ma nel 1924, nello Stadio della Capitale francese, gli anelli policromi spiccavano sulla bandiera bianca , che simboleggiava la rinascita. Corsi e ricorsi, sembra proprio che a Pyeongchang, tra un mese, possa rinnovarsi il miracolo, ben oltre l’agonismo ed il medagliere – in funzione della pace e in barba ai guerrafondai associati ai fabbricanti di armi e di morte – e che quindi anche de Coubertin, con la sua invenzione “archimedea”, possa fare l’ingresso definitivo e a pieno merito tra i grandi inventori, quelli che per me sono nella straordinaria galleria del “Senza Tempo”.