di Ruggero Alcanterini
LA LEZIONE DEL TEMPO – Sperticarsi nello spiegare la singolarità dei fenomeni non significa convincere l’immaginario collettivo. Se l’Etna mette in subbuglio la Sicilia , mentre il piccolo Krakatoa semina morte tra Giava e Sumatra, diventa difficile escludere che i sussulti dello Stromboli non ne siano almeno una eco. In realtà, la convivenza con i problemi , la quotidianità dei cumuli, dalla immondizia alle bollette, al traffico nelle ore di punta, sono motivo di assuefazione sino al disinteresse. Ieri, l’ennesimo evento di cronaca nera associata allo sport della domenica porta alle considerazioni di oggi con provvedimenti del giudice sportivo ed appelli di Questore e Ministro, comunque destinati a finire nel tritacarne della comunicazione in continua evoluzione, una sorta di tunnel, dove anche le cose più efferate e i fatti più straordinari finiscono per attenuarsi , sino a scomparire, inghiottite nell’oblio, appena dopo qualche giorno. Questo è forse il motivo per cui la storia può e deve avere un valore, purché non sia artefatta, purché qualcuno se ne curi. Cari amici, credo proprio che la maggiore velocità e la globalità dell’informazione stia producendo un nuovo fenomeno su cui riflettere, quello della memoria corta, che forse serve naturalmente a rimuovere problemi di coscienza e remore rispetto a visioni e valutazioni che possono essere condivise magari in assenza di termini di paragone. Ad esempio, francamente, dubito che il sistema della correzione delle manovre e dei provvedimenti, degli aggiustamenti del tiro possa essere accettato come una regola e penso anche che andare per tentativi non sia il massimo, quando nelle sperimentazioni vengono coinvolti loro malgrado milioni di individui. Ma tant’è! Reddito di cittadinanza, pensioni, scuola, lavoro, infrastrutture, fisco, politiche europee, sport, salute, volontariato, decoro, servizi? Tutte materie da prendere con le molle, tanto sono scottanti e rispetto alle quali occorrerebbero competenze e volontà di riforma, soccorse dalla memoria. L’idea che la Legge di Bilancio debba essere rivista successivamente nei dettagli, come nel caso dei provvedimenti per il Terzo Settore , denota comunque e purtroppo inadeguatezza e superficialità del legislatore e di chi lo supporta nella elaborazione del progetto, una carenza impensabile per chi ha la responsabilità di cambiare o di sovvertire la vita dell’intera collettività.