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REMEMBER DEL DIRETTORE – 27 NOVEMBRE 2019

COM’E’ DELIZIOSO ANDAR… IN MALORA – Risuona nelle mie orecchie un antico motivetto dedicato a romantiche passeggiate in carrozzella. E’ chiaro il tono ironico, ma non è lontana la realtà cui rischiamo di tornare, nonostante gli sforzi dei nostri progenitori ed anche dei genitori, che pur avevano costruito strade ferrate ed autostrade sino alla fine degli anni ottanta del secolo scorso… Poi il furore italico dell’antipolitica, la cancellazione iconoclasta delle radici risorgimentali , dei partiti storici, la saga dei finanziamenti illeciti, la beatificazione delle sabbie mobili, ovvero della iperburocrazia e l’avvento dei TAR “la vendetta due, tre…”, il vento dell’euro e il dispotismo dei burosauri dell’Eurocommissione, il dilettantismo e l’improvvisazione delle neo formazioni tra pseudo movimenti e improbabili partiti, la caduta dell’autorevolezza per i sindaci, i veti di comodo dei funzionari elevati a potenza dalla “Formula Bassanini”, il dilagare di corruttela e degrado in progressione geometrica, ben oltre gli effetti topici della cura del Pool, ben oltre l’immaginabile del danno pressoché irreversibile, percepibile oggi. Le autostrade, privatizzate come il resto delle infrastrutture strategiche, ammalorate, senza seria manutenzione da trent’anni si rivelano fragili tanto quanto il cartone bagnato e sputano ruggine e amianto. Le ferrovie del sud e delle isole sono testimonianza dell’irragionevolezza, i rifiuti vanno a finire ovunque in assenza di rifiutate moderne strutture di smaltimento. I collegamenti aerei divengono vieppiù strategici, ma la Compagnia di Bandiera e gli aeroporti minori sono in discussione, anche se la nostra vitale mobilità non può essere alla mercé valutativa di compagnie non vincolate agli interessi primari del sistema Paese. Infine, attenzione all’esponenziale campagna mediatica intorno alla inchiesta sulla Fondazione Open, perché questa, ancorché suscettibile di esiti tutti da definire, potrebbe portare nel bene e nel male ad una ulteriore svolta, magari brusca, della tormentata trentennale storia della nostra “terza Repubblica”. Potremmo arrivare molto prima delle previsioni ad una tornata elettorale anticipata, forse drammatica, forse salvifica, per quel che rimane della vecchia “prima” vituperata Repubblica, quando andare sulla carrozzella era un piacere e non un inferno.

 

 

 

 

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