PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE – Rubo la palla, anzi il pallone al monaco Francesco Moneti che nel 1667 scrisse di gioco e sport per fare satira sui Gesuiti, per i guai di allora nella Città “etrusca” di Cortona, che poi non furono teneri con lui. Chiedo soccorso anche al “francescano“ Luca Pacioli, matematico economista che nel 1494 scrisse “Summa de arithmetica, geometría, proportioni et proportionalita” per darmi una ragionevole spiegazione dei voli “pindarici” dei Sindaci di Roma e Milano, Raggi e Sala, peraltro nel breve coinvolti anche nelle nostre complicate aspirazioni per sedi olimpiche. Credo che l’impressionante velocità di ascensione e discesa sia dipesa anche dalla “webizzazione” della vita collettiva e quindi dalla tecnologica accelerazione di tempi e algoritmi, che erano comunque nella testa di chi, come Ardano Ascetti (Andrea Casotti) nell’opera burlesca La Celidora, ovvero Il governo di Malmantile nel 1733, ne riprese i concetti e coniò il celebre aforisma« chi troppo in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente “. Torno per concludere a Moneti e alla sua “ La Cortona convertita”:
“Come gonfio pallon, che spesso bal
quando è caduto, e vien gettato al pian
o che talor verso le stelle incal
di esperto giocator possente man
e da tal forza spinto assai s’inal
verso del cielo, ed il fermarsi è van
perché alla terra alfin torna repen
precipitevolissimevolmente.
“Così fa l’uom che a sommi gradi aspir
E che superbo al merto altrui non ced
Come s’avanza, incalza, ascende e gi
Con desìo di fermare in alto il pied
Ma caduto ch’egli è, piange e sospi
Le perdute grandezze, e alfin si ve
In vece di portar corona e scet
roderae.rae,a, »teo,zao,zao,zace di portar corona e scetro