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REMEMBER DEL DIRETTORE – 15 DICEMBRE 2019

 

DAL QUARTO STATO ALLE SARDINE … – Ecco, care ragazze e ragazzi, che il cerchio si stringe, si avvia alla chiusura, dopo un trentennio di devastante confusione politica e istituzionale, con un ennesimo distonico algoritmo degli orientamenti nella nostra società civile, quello del moto “sardinista” che – come il precedente in esaurimento, quello delle “5 Stelle” – si inserisce con progressione geometrica e si avvita nella catartica spirale di delusioni e speranze, di vorrei ma non posso, di turbamenti identitari, di convulsioni labirintiche da destra a sinistra senza passare per il centro svanito, dimentichi della storia ed ostaggi del potere mediatico, conseguenza di un incubo gabbato per sogno, poi oggi irreversibile realtà. Dei vecchi gloriosi romantici armamentari della politica e dei partiti nati tra Ottocento e Novecento, oggi, non c’è più traccia e chi si adonta di socialismo e fascismo, di sinistra e destra, cantando e inneggiando, lo fa a sproposito e alla faccia di quelli che a suo tempo ci hanno messo anche il lato B. Dunque, il sogno del potere conferito al popolo, sintetizzato in sei anni di ripensamenti dall’ immaginifico perfezionista Giuseppe Pelizza, che nel 1901 consegnò ai posteri ed al Museo del Novecento, a Milano, la formula del “Quarto Stato” contestualizzata nella Piazza di Volpedo, come evoluzione di Fiumana (1895) e messaggio di pacifica mobilitazione popolare, dopo il massacro dei milanesi in rivolta per il “caro pane”, nel maggio del ’98, a colpi di cannone, da parte del Generale Fiorenzo Bava Beccaris, si è via via evoluto. Sì, sorvolando due Guerre Mondiali, la Marcia su Roma, i sacrifici di Matteotti e Moro, la Resistenza, l’EuroManifesto di Spinelli a Ventotene, dopo il sisma di Tangentopoli/Mani Pulite, con un degrado socio-economico-ambientale mostruoso e il morale a zero, adesso passa un ulteriore messaggio di sfiducia, non contro e non a favore, dichiarando il disimpegno politico-partitico… A tal proposito, vorrei concludere con i versi con cui Giuseppe Pelizza accompagnò l’ispirazione per “Quarto Stato”, appunto “Fiumana”:

 

” S’ode…passa la Fiumana dell’umani

 

genti correte ad ingrossarla. Il restarsi (non fare nulla) è delit

 

filosofo lascia i libri tuoi a (per) metterti alla s

 

testa, la guida (guidala) coi tuoi stud

 

Artista con essa ti reca ad alleviarle i dolori col

 

bellezza che saprai presentar

 

operaio lascia la bottega in cui per lungo lavoro

 

consu

 

e con essa ti re

 

e tu che fai? La moglie il pargoletto (il bambino) teco (con te) condu

 

ad ingrossa

 

la fiumana dell’Umanità assetata

 

giustizia – di quella giustizia conculcata (calpestata) fin q

 

e che ora miraggio lontano splende

.”uidirecicamitilelai.uatotàa miraggio lontano splende.”

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