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Put the ball and… run! Il riscatto italico a suon di volley

Dalle Nereidi la risposta alle Valchirie, da Bach a Wagner, dal Tempo di Borea alla Cavalcata in una sorta di rondò verdiano tra Vespri Siciliani e Coro dei Lombardi, un’alma unica, tesa e coesa, temprata dall’essenza dell’appartenenza, dallo spirito che sospinge appunto la nazionale “azzurra” di volley in vetta al Campionato del Mondo ed è un passo dalla vittoria finale, contro ogni previsione tecnica iniziale, ad un battito di ciglia dall’aureo confronto con le ragazze serbe. Almeno per me, questa è la interpretazione di una vicenda sportiva che ci vede protagonisti, capace di generare o meglio risvegliare quel sopito sentimento d’orgoglio, che diversamente diventa rabbia o frustrazione. Se gli italiani fossero stati appiattiti sui dettami di una realtà ingrata, se tre secoli fa non si fossero scrollati di dosso i franco-borboni e gli austro-ungarici, insieme al potere temporale dei religiosi, oggi, noi eredi in linea diretta, non staremmo nemmeno a discutere, a confrontarci con quel che sembra il potere estemporaneo di una Europa unita, ma ingrugnita. Con il venefico spread alle stelle e il cocktail al rating ristretto servito dalla “privata” Moody’s, l’Italia che continua a lanciare la palla e a correre è oggi quella rappresentata dalla nazionale di pallavolo femminile che, scoccato il mezzodì , polarizzerà l’orgoglio degli italiani. Tutto sommato di tratta di una squadra in bianco e nero, pienamente inclusiva dei valori sociali e tecnici, integrata sotto tutti i punti di vista , esemplificativa di quel concetto che si sintetizza nell’ottimismo della volontà e che è pur stato lo stesso che consenti il nostro straordinario sviluppo, prima e dopo i XVII Giochi Olimpici di Roma, nel 1960. Per questo, possiamo annunciare con gioia che il prossimo 31 ottobre, al Salone d’Onore del CONI, l’evento di presentazione di PUT THE BALL AND …RUN! assumerà un aspetto particolare, direi celebrativo, con la presenza confermata dell’Ultimo Tedoforo, il mitico Giancarlo Peris, uno di loro, di quei giovani che avevano scommesso e devono continuare a scommettere sul futuro, mettendosi in gioco. Con Peris, creatura alchemica anch’essa generata dall’ineguagliabile Progetto Zauli incentrato su Sport e Scuola combinato con i territori, non potranno mancare i Fedeli di Vitorchiano con le loro clarine, anche loro testimoni olimpici, segno distintivo e simbolico del sentimento eroico e dell’appartenenza, che portò il leggendario pastore Marzio – immortalato nella statua dello Spinario, in Campidoglio – all’estremo sacrificio ed alla salvezza di Roma, dopo aver corso una doppia maratona per annunciare l’arrivo dell’esercito nemico etrusco. E così, mentre aspettiamo ulteriori importanti conferme di protagonisti olimpici e iridati, registriamo intanto l’adesione di Giuseppe Gentile, fresco del revival olimpico sessantottino in quel di Formia, con Eddy Ottoz, maestro di sport e di vita, onusto di emozioni uniche, tra pedane e set cinematografici. Con il, nipote di quel Giovanni Gentile che, filosofo illustre, fu ministro della Pubblica Istruzione e fondatore della Treccani, particolare significato assumono le confermate presenze dei rappresentanti di un Corpo salvifico, come quello dei Vigili del Fuoco, con le loro Fiamme Rosse, quelle che ebbero tra le loro file Nino Benvenuti , altra nostra celebrata gloria olimpica e che adesso svettano con Simona Quadarella, nuova nostra superstar del nuoto.

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

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