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IL PONTEFICE E LA RIPARTENZA DA ROMA

– Dopo due anni d’inferno, di morti e di totale “lockdown”, sul finire della primavera, nel 1657, a Roma, regnante Alessandro VII, la peste svanì, si dissolse al tepore del sole. Così il Papa uscì dal Quirinale, ripresero i commerci, si riaprirono tribunali e congregazioni. Paradossalmente, la paralisi della morte, che aveva preceduto il riavvio della vita, determinò una impennata di entusiasmi, di energia fattiva. Allora il Pontefice “chigiano” attuò senza indugi il suo progetto di ammodernamento per la Città Eterna, creando assi viari ed allargando vicoli e diverticoli sino a farne larghe strade, restaurando chiese ed edificandone di nuove. Alessandro VII, con la Chiesa della Pace, esaltò simbolicamente il suo ruolo di straordinario mediatore, mettendo a riposo gli eserciti di Francia e Spagna, sotto il suo stemma rappresentante “i monti sotto le buone stelle”, insomma anteponendo la “sapienza divina” al devastante morbo ed alle fratricide guerre in Europa. Dopo quattro secoli siamo alla nuova ripartenza: dei Chigi c’è rimasto il Palazzo, in cui esercita il premier Conte, in Vaticano abbiamo Papa Francesco e in Campidoglio la Sindaca Raggi. Alè !
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