POMEZIA – 15 famiglie, che abitano in una palazzina di via Catullo, pochi giorni fa hanno ricevuto un documento con il timbro del tribunale di Velletri e la firma di un ufficiale giudiziario, attestante che lo sfratto esecutivo fissato per oggi, è stato rinviato al prossimo 11 maggio. Le 15 famiglie in questione, quindi, entro un mese e mezzo dovranno lasciare gli appartamenti che molti anni fa il Comune di Roma prese in affitto da privati per risolvere il problema dell’emergenza abitativa di alcune persone che, tra poche settimane, potrebbero trovarcisi di nuovo.
La procedura sembra molto avanzata, eppure tutti gli inquilini, che ora stanno consultando degli avvocati, giurano di non aver mai ricevuto alcun preavviso: «Anzi! Il Comune di Roma ci ha sempre mandato i bollettini di pagamento dell’affitto. Non sospettavamo niente».
I 15 appartamenti in questione, sono intestati ad una ditta che ha sede nella Capitale, la “Immobiliare Pavona srl”. Dati istituzionali aggiornati al 30 novembre scorso dicono che dal 2001 il Campidoglio prese in affitto i locali proprio da questa società per poi “subaffittarli” agli assegnatari. Sembrerebbe però che quel contratto sia scaduto nel 2012, e da allora la Capitale paga un’indennità di occupazione. L’ultima tranche registrata è di oltre 60mila euro.
Cosa può essere successo in questi mesi è impossibile da ricostruire con certezza, ed è stato impossibile anche contattare la “Immobiliare Pavona”, il cui numero telefonico attualmente non è reperibile online e a cui non è possibile inviare una Pec, dato che l’indirizzo indicato risulta non valido e le e-mail tornano indietro.
Il Comune di Pomezia ha dichiarato di non essere a conoscenza di questa storia.
Ma il Comune di Roma invece lo sapeva? Se davvero esiste una procedura di sfratto in corso, come mai sono continuati ad arrivare i bollettini da pagare per l’affitto senza avvisare gli inquilini che il tetto sulla loro testa sarebbe presto venuto meno?
A questo punto, è molto alto Il rischio di una nuova emergenza abitativa, il dubbio è su chi avrà il dovere di farsene carico.