La madre rapì il figlio e lo portò in Croazia, ci sono voluti cinque anni per ritrovarlo e sette per riportarlo in Italia: era stato rapito a 2 anni
«In queste ore, Alessandro A. è in auto con il figlio e lo sta riportando in Italia – riferisce la giornalista Lucia Mosca – Da pochi minuti i due hanno passato la frontiera. Il piccolo Cesare ieri è stato portato in ospedale per un dolore addominale per poi essere dimesso. Una schiera di manifestanti si è raccolta di fronte all’abitazione della madre a Spalato per impedire l’accesso al padre, ma nonostante tutto, il bimbo sta tornando in Italia con il padre dopo le innumerevoli sentenze (mai applicate) favorevoli al papà».
Cesare A. torna così in Italia. La madre rapì il figlio, successivamente arrivò la sentenza di affido esclusivo del bambino al padre Alessandro. Da allora si sono susseguiti gli appelli del padre, che segnalava quanto fosse noto il paese di destinazione della donna e l’urgenza di portare a termine le indagini.
Dopo anni di indagine, la polizia due anni fa riuscì ha trovare il piccolo Cesare a Spalato. Le indagini interessarono il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale, autorità giudiziarie di entrambi i paesi e i canali diplomatici croati.
Tuttavia, il bimbo rimase a vivere in Croazia con la madre a causa di una serie infinita di rinvii e impedimenti che ritardano il ritorno del piccolo con il padre.
Ora, dopo anni di dolore, di sacrifici, di rinunce, Alessandro e Cesare A. tornano finalmente insieme a vivere all’indirizzo presso il quale abitavano.
Nonostante la sottrazione internazionale di minore, papà Alessandro si rende fin da subito disponibile ad accogliere la madre, offrendole il suo aiuto nel caso in cui la stessa decida di trasferirsi in Italia.
Una storia a lieto fine che, si spera, da ora in poi possa regalare al piccolo Cesare una vita più serena.