E’ sì, cari amici, ognuno di noi ha la sua storia, fatta di opportunità e scelte. Anche nel caso del Senatore Augello, che ha deciso in piena autonomia di creare e distruggere i gruppi di Cuori Italiani ad Anzio e Velletri, questo non fa una piega. Certo, c’è da chiedersi con quale criterio si possa ridurre ad effimero un richiamo una volta solenne, come quello del sentimento patriottico. Sembra che la valutazione stia nel numero di preferenze attribuito ad una persona candidata, peraltro sotto altra bandiera. Se il numero fosse stato alto e soddisfacente sarebbe stato un successo personale, al contrario la catastrofe è per colpa di terzi. La verità è che quando si accetta la scommessa elettorale lo si fa sempre in prima persona e la cosa più giusta da fare è l’autocritica. Che cosa non ha funzionato per Cuori Italiani, non convolti formalmente nel tritacarne elettorale nazionale e regionale? Semplicemente che la gente ha fatto scelte tripolari e che sono andati a bagno fior di personaggi esclusi da questa logica, compresi i Presidenti di Senato e Camera. E allora? Allora le preferenze raccolte rappresentano sempre una risposta in termini di valutazione di stima, un autentico miracolo, come quello di mandare l’acqua in salita. In ogni caso, le preferenze rappresentano il rapporto basilare tra elettore e aspirante, l’indice fondamentale di gradimento per un candidato e di questo – fuori dalle incredibili alchimie del “rosatellum” – bisogna tenere conto e trarne le conseguenze, anche piangendo sul latte versato nella casa materna, quella di Forza Italia. (r.a.)
Antonio Geracitano: “Cuori Italiani” non era in lista né per le elezioni politiche, né per le regionali. Se qualcuno vuole soppesarmi, faccia riferimento alle “comunali” di Anzio nel 2013. Diversamente, nulla mi può essere attributo né per difetto, né per eccesso.
R.A.