Suoni marziali e un groove deciso nell’opener “Agrodolce” che presenta anche dei refrain ipnotici. Songwriting e groove ritmico sono molto buoni. Presente anche uno spoken. Anche nella successiva “Confined” c’è una ritmica importante e i versi ripetuti scatenano tanto appeal. Belli i passaggi melodici che troviamo sparsi nel pezzo. Stupende le linee di basso che donano tanta potenza al sound, sound dalle frequenze ben distribuite. Qui come nella precedente l’essenza è un electro dalle tinte dark, un electro fiammante, tosto, che sfocia spesso nel dark wave. Ascoltando “Confined” mi viene spesso da pensare a delle cose di Omnimar.
“Fall in line” esordisce con questo synth sinistro poi altre linee di basso notevoli. Il chorus scatena sicuramente appeal. Il bridge dopo i due minuti ti schiaccia al muro: che groove ritmico. Come non notare alcuni tratti alla Depeche Mode… “Scirocco” è molto evocativa all’inizio: sale pian piano… Poi arrivano altri suoni marziali, imponenti…Di questo pezzo sono molto intriganti le variazioni per un songwriting tanto ben studiato. Molto cinematografico come pezzo, secondo me adatto per un film sci fi. Stupendi gli arpeggiatori verso la fine del pezzo che lo rendono tanto retro wave come sono stupende pure le parti di chitarra…
“Through our eyes” comincia con un piano lead incantevole. Poi arriva il solito basso granitico accompagnato dal cantato. Poi ancora arriva il chorus. Tanto anni 80 questo pezzo, magnifico! Segue “Broken promises”, canzone terribilmente elettrizzante e la scia 80’s continua…qui come altrove grande songwriting ed editing audio.
“Hear my cry” nell’inizio sembra una scena di un film tipo Blade Runner per le sonorità con altro spoken…poi parte la canzone di gran carriera con la solita potenza sonora gagliarda unita alle impressioni sonore retro wave e basso imponente. I versi ripetuti catalizzano tanta attenzione.
“Run” presenta questo synth e beat corposo che messi insieme fanno una coppia formidabile. Che groove! Poi si aggiungono altri pattern sonori e la canzone si evolve mostrando un’apprezzabile dinamica. Più avanti arriva il cantato carismatico di Vecchietti, tanto riconoscibile. Azzeccate le diverse variazioni nel pezzo. Del pezzo c’è anche la versione “Reprise”, una sorta di “approfondimento”.
Sonorità sempre granitiche anche in “Vespers”. Refrain sempre ipnotici! Songwriting ancora stupefacente e mood a tratti retrowave. Questi i tratti distintivi in questo pezzo come nel resto dell’album. “Vespers” è uno strumentale meraviglioso, per me il miglior pezzo della serie: mi ha proprio sconvolto! Anche qui mi viene da pensare ai Depeche Mode per alcuni parti della canzone…
“Trucido” comincia con sonorità distorte poi arriva kick dritto che si evolve in altro beat più complesso ancora più avanti. I tappeti sonori si uniscono ottimamente. Il groove ritmico cambia ancora e c’è anche uno spoken. Che dinamica in questo pezzo stupendamente costruito…. Tutto finisce con “Men of honor” con questo arpeggi iniziali incantevoli. Sempre ottimi sia songwriting che il chorus. Bellissimo il finale di canzone…
Il livello tecnico è molto alto: il LUFS esce più che buono, buon master non c’è che dire. Pure per il mix e l’editing valgono le stesse parole.
Il nuovo album di Alex Vecchietti risulta tanto scorrevole per i tratti comuni che troviamo nelle canzoni. Un album tanto ben congegnato dall’artista: songwriting da capolavoro secondo il mio parere. “Per Pugnam Vicimus Lucem” è di pregevole fattura: arriva e ci travolge con il suo sound potente ma nondimeno ci sa stuzzicare per le trovate acute che sono disseminate nell’intero disco.
Link streaming Spotify: https://open.spotify.com/album/1sIHRqAHNqu1riKnNV5Xfl
Alcune info sull’album:
“ciuri chi nasci
ciuri chi crisci
ciuri chi mori
chianci la terra chianci lu cori.”
(Giuseppe Impastato)
Questa è una famosa citazione di uno degli eroi della Sicilia, Giuseppe “Peppino” Impastato e riassume la bellezza e il dolore di un popolo, i siciliani, eroso da migliaia di anni di conquiste, dominazioni straniere, resistenza e resilienza.
Il 4° album solista di Alex Vecchietti è incentrato su questo tema ed è il primo di 3 album dedicati alla sua terra natìa: la Sicilia.
“Per Pugnam Vicimus Lucem” è una nuova interpretazione, non solo della Sicilia, ma anche dello stile musicale di Alex, che mescola synth wave e suoni anni ’80 con rock grezzo e strumenti etnici siciliani, per creare un crossover unico,un mix di analogico e digitale, vecchio e nuovo.
I suoni grezzi hanno lo scopo di esprimere i luoghi e l’asprezza della Sicilia, spaziando dai mandolini e chitarre classiche, ad un’impetuosa sezione di ottoni, archi e chitarre distorte.
È una riflessione non solo sul popolo siciliano, ma un omaggio ai suoi eroi caduti che hanno combattuto contro la tirannia dei conquistatori e la criminalità organizzata, eroi come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e così via.
Per concludere, questo nuovo sound esprime anche la natura dinamica e sfaccettata della Sicilia, una terra dove gli opposti si incontrano, si scontrano e hanno imparato a convivere.