Per Peppe Ottaviani, un ragazzo di centoquattro anni, lo stupore e l’orgoglio, come per Marcell Jacobs, significava essere uno dell’atletica, magari con un trascorso sartoriale, avendo cambiato vita a settant’anni, passando dal laboratorio artigiano a piste e pedane outdoor e indoor a suon di record, avendo avuto per compagni di gara e d’avventura Ottavio Missoni e Gabre Gabric. Sino all’ultimo, sino a due anni fa, quando l’iperboreo Peppe ci ha lasciati, lui aveva tenuto “lectio magistralis” agli studenti della Università di Urbino, era salito sul palco dell’Ariston con Carlo Conti per dare uno start up di ottimismo e un riconoscimento sociale a tutti coloro che, invecchiando con uno stile di vita corretto e facendo attività fisica, se non agonistica, contribuiscono meritoriamente alla qualità complessiva del divenire e un minor costo della sanità pubblica. Penso che l’iperboreo super atleta, all’Ariston, avrebbe potuto cantare il “Nessun dorma” dalla Turandot di Giacomo Puccini, piuttosto che “Vecchio Scarpone”, eseguito benissimo, ma roba da alpini, visto che il “ragazzo” aveva un passato nell’aeronautica militare. Peppe, nel dicembre del 2013, quando aveva appena 98 anni era stato relatore in una Conferenza sull’importanza dell’attività motoria per la persona anziana, parlando agli studenti delle sue quattro “emme”: Mangiare Meno, Molto Movimento.
Giuseppe Ottaviani a 98 anni era titolare di 5 record mondiali e 36 volte campione italiano nella categoria Master. La curiosità è il fattore che aiuta a rimanere giovani: «Se nella vita sarete curiosi – diceva agli studenti – vivrete a lungo». E quella curiosità lo aveva spinto ad acquistare un computer e a navigare su internet, ad iscriversi ai corsi dell’Università della Terza Età, tra gli allievi più assidui ed attenti. Dal punto di vista sportivo Giuseppe continuava ad allenarsi due volte la settimana in palestra e sulla pista di atletica di Fano che raggiungeva in piena autonomia a bordo della sua panda. Infine, Ottaviani, tornando al tema della “longevità” e di come lo sport aiuta ad invecchiare bene, sottolineava: “Lo Stato dovrebbe permettere di detrarre le spese sportive, visto che un anziano sano costa sicuramente meno allo stato sociale”.