Giunta da Roma la storica “statua parlante”, per conoscere quella di Papa Innocenzo XII, di prossima inaugurazione al Porto. Pasquino sembra voglia rimanere in Città, ospite de L’Eco del Litorale.
Appena giunto in redazione, l’antico marmoreo Eroe ha vergato il suo primo foglio: “Non ho alcuna intenzione di fare il semplice convitato di pietra, qui ad Anzio, anzi, profittando dell’Anno Innocenziano e delle sue celebrazioni, penso di poter dire la mia per un periodo di tempo abbastanza lungo. Del resto, voi sapete che io e ‘Nocenzo eravamo amici e lui non si offendeva, quando gli davo del Pulcinella, per via del nasone, il pizzetto e i suoi trascorsi all’ombra del Vesuvio. Così, saputo della sua nuova statua di prossima inaugurazione in fronte al Porto, ho pensato di rendergli un giusto risarcimento, da statua a statua, visto che quella del 1701 a Palazzo Montecitorio la fecero in pezzi i Francesi. Insomma, aspettavo questa rimpatriata da trecentoquattordici anni e detto tra di noi Lui, er Papa lo faceva davero, era tosto e menava soprattutto a li prelati titolati, a li nepoti, a li francesi e agli austriaci. Prima di andarsene in Paradiso, con la “Regi saeculorum” indisse il Giubileo del 1700 e invitò l’Europa a riunirsi in pace davanti alla Porta Santa. Questa storia d’Europa è un male vecchio, come quello dei Saraceni, che so’ tornati a fa’ sfragello e so’ arivati a la marina, pure alla vostra, qui ad Anzio, coi disperati che sono antipasto del resto”.
Dopo essersi posizionato meglio sul piedistallo che lo regge dal 1501, mutilato com’è, oberato dal carico virtuale di Patroclo morente, Menelao, alias Pasquino, opera del greco Antigonos, anche lui correlato al mito virgiliano di Enea, di cui non siamo sempre degni eredi, ha così sentenziato: “Adesso che Anzio, di cui mi sento cittadino onorario, per via del mio amico rifondatore, ‘Nocenzo, sta rivedendo la luce – e ve lo dico insieme a Coriolano, Caligola e Nerone – nun fate che pe’ leticà, buttate via la monnezza col bambino. In poche parole, chi dice “stai sereno”, dichiara guerra, chi si dimette per protesta gioca a scassaquindici, chi non abbozza risponde e chi è Ponzio fa er Pilato. Lo sanno tutti, pure ‘Nocenzo, che è mejo comanna’ che f…te, ma bisogna sape’ comannà, nel supremo interesse del popolo sovrano. Bisogna stare attenti a scherzare col fuoco e qui qualcuno di Anzio, un paio de mila anni fa, ce s’è giocato l’Impero. Tanto per capirci, se chiedi giustizia ne devi avere la ragione, se ti dimetti te ne vai, se devi governare governi senza nepotismi, come Papa Innocenzo, sennò è solo un “polverone” che, quando s’arza, po’ diventà tempesta”.
( Pasquino )