“Benedetta non parla, comunica con pochi gesti, uno sguardo. Il suo autismo, severo, non glielo permette. Oggi però grazie alla Comunicazione Aumentativa Alternativa, agli operatori della Fondazione Roma Litorale e alla scuola, la Carlo Urbani di Roma, è tornata a scuola, ha ritrovato entusiasmo, vediamo un futuro”.
Mamma Liliana è abituata a non fare voli pindarici. Pragmatica e centrata come tutte le mamme che conoscono le difficoltà della quotidianità.
“Siamo cresciuti con l’autismo – dice -. Eravamo giovanissimi, di questa sindrome non si parlava. Siamo stati fortunati, 14 anni fa abbiamo conosciuto la Fondazione Roma Litorale quando ancora si chiamava Anffas Ostia, e abbiamo iniziato un percorso molto innovativo che ha permesso a Benedetta di fare passi importantissimi. Aveva comportamenti autolesionistici, problematici. Oggi invece va a scuola, segue le lezioni di didattica a distanza e in presenza. Ha spinto molto per tornare in classe, si vede che è felice”.
“Benedetta – spiega il direttore generale della Fondazione Roma Litorale, Stefano Galloni – è con noi ormai da 14 ormai anni. Viene seguita tutti i giorni a scuola e a casa da un’equipe specialistica composta da clinici esperti e da diverse figure professionali: una psicologa, una educatrice professionale e una tecnica specializzata in Comunicazione Aumentativa Alternativa. L’equipe collabora con le figure che operano alla Carlo Urbani, che ringraziamo per la sensibilità con cui si approcciano agli studenti con disabilità, anche con disturbi gravi di autismo, per le quali servono professionalità altamente specializzate. Con la CAA stiamo dando a Benedetta gli strumenti per poter esprimere le proprie emozioni, i propri bisogni, essere parte integrante della classe e di allacciare un rapporto più profondo con i propri compagni e i propri insegnanti di riferimento. Si tratta di specializzazioni riconosciute ma purtroppo ancora rare nel nostro territorio”.
Ma cos’è la CAA o Comunicazione Aumentativa Alternativa. “Grazie alla CAA – sottolinea la dottoressa Virginia Alivernini, che insieme alle colleghe Sara Zanin e Antonella Massaro della Fondazione Roma Litorale segue quotidianamente Benedetta – abbiamo iniziato a esplorare le modalità con cui Benny percepisce il mondo. Ogni ragazzo è diverso e insieme a lui si deve costruire un nuovo modello comunicativo. Con Benedetta quello visivo è il migliore. Usiamo dei simboli visivi e dei piccoli gesti mutuati dalla Lis. È un percorso vincente, oggi è molto più serena, ha superato i suoi comportamenti problematici, è felice di andare a scuola e di stare in classe, di poter finalmente iniziare ad avere un rapporto con chi le sta accanto”.
“I progressi di Benny – afferma mamma Liliana – sono evidenti. E la differenza con chi non ha la fortuna di essere seguito da associazioni come la Fondazione Roma Litorale e da scuole come la Carlo Urbani è evidente. Per noi è una nuova sfida, stiamo imparando tutti a comunicare con lei in un nuovo modo. La nostra speranza è stata sempre quella che potesse farsi comprendere non solo da noi. Oggi questa speranza è un pochino più solida”.