Il sapore acre della morte. Le case popolari di Milano (quartiere Romolo Famagosta) sono state realizzate con materiali contenenti amianto, da cui scaturiscono le fibre killer che provocano mesotelioma e altri cancri e asbestosi. La Sig.ra Corda Paola, inquilina di una di queste abitazioni (Via Rimini n. 29 – Milano), deceduta il 20.08.2015, ha respirato le fibre di amianto per circa 44 anni. Questo le è stato fatale. L’amianto nelle case popolari di Milano è responsabile di una vera e propria strage di inquilini, tanto che se ne è occupata anche la Regione Lombardia che, all’unanimità, ha approvato una mozione che fa proprie le richieste dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – e dell’Avv. Ezio Bonanni, per la messa in sicurezza e la rimozione dell’amianto ancora presente.
Nel territorio lombardo vi è ancora una significativa presenza di amianto presso uffici pubblici e privati. La stessa Regione nella relazione amianto 2013 (un atto ufficiale), quantifica al 22.02.2014 circa 149.000 siti/strutture con presenza di amianto, di cui 5.001 di amianto friabile.
L’ONA ha acceso i riflettori sul rischio amianto in ALER:
- 400 edifici con amianto nella Regione Lombardia. 800 edifici tra Milano e provincia.
- nel 2011, l’ALER ha stimato in €100.000.000 l’importo necessario per la bonifica, di cui 70.000.000 per la sola rimozione dell’amianto nelle case popolari in Milano.
- 2500 famiglie esposte a rischio di cancro tra gli inquilini nella città di Milano.
Per il caso della Sig.ra Corda Paola, la Procura della Repubblica di Milano aveva già una prima volta chiesto l’archiviazione del procedimento penale. L’Avv. Ezio Bonanni si era opposto e il GUP aveva respinto la richiesta del PM, disponendo che questi svolgesse ulteriori indagini.
Ci fu una seconda richiesta di archiviazione. Anche questa seconda richiesta di archiviazione è stata impugnata dall’Avv. Ezio Bonanni e anche in questo caso il GUP, con provvedimento depositato in data 13.10.2017, ha accolto l’opposizione.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Carlo Ottone De Marchi, nel motivare il suo provvedimento osserva che ‘le stesse indagini abbiano permesso di verificare tanto l’effettiva presenza di amianto nel condominio di Via Rimini, quanto l’effettivo svolgimento di una bonifica presso lo stesso. Bonifica che, tuttavia, come scrive lo stesso PM, “non è risultata definitiva, poiché sono rimaste pareti interne divisorie all’interno degli appartamenti, contenenti amianto …”’.
Il GUP ‘ritiene … che le indagini espletate debbano essere completate e che sia necessario effettuare ulteriori approfondimenti circa le cause di insorgenza del mesotelioma pleurico causa del decesso di Corda Paola … a parere di chi scrive, proprio i nuovi elementi acquisiti … diversamente da quanto sostenuto dagli inquirenti, finiscono piuttosto con l’incrementare i dubbi circa il ruolo – quantomeno di concausa – che l’ambiente abitativo potrebbe aver assunto nello sviluppo del mesotelioma. Invero, la presenza di amianto nel condominio popolare di Via Rimini è circostanza pacifica, che già emergeva chiaramente agli atti … del resto, l’esigenza di bonificare il condominio dall’amianto è stata sentita sin da quando nel 1992 detto materiale fu bandito …’.
Il GUP fa riferimento alle indagini eseguiti dalla difesa del Sig. Marchitto, figlio della vittima, e in particolare al monitoraggio affidato alla Delta A.P.S., che, su autorizzazione dell’ATS di Milano ha fatto eseguire questi accertamenti tecnici.
Per questi motivi, il Giudice ritiene che il PM debba effettuare ‘nuove indagini’, e cioè verificare con consulenza ‘se l’amianto presente nel condominio di Via Rimini …’ abbia determinato l’insorgenza della patologia che ha portato alla morte la Sig.ra Corda Paola e quindi ‘individuare le eventuali posizioni di garanzia in capo alle quali ascrivere la responsabilità per omicidio colposo … accertare se durante la bonifica condotta a partire dal 2001 possano essersi liberate nell’aria fibre di amianto, e in caso di risposta positiva se tale dispersione sia in qualche modo addebitabile alla responsabilità dell’impresa appaltatrice, o dell’appaltante … ALER’ con un termine di 6 mesi.
‘Conoscendo lo scrupolo e le capacità investigative della Procura di Milano, non riesco a comprendere le ragioni per le quali, nel caso della morte della Sig.rA Corda Paola, le indagini siano state incomplete, anche alla luce delle nostre puntuali richieste e spunti investigativi, che avevamo fornito alla Procura di Milano. Ora che il GUP ha rigettato per la seconda volta la richiesta di archiviazione, confidiamo che si possa al più presto verificare la sostenibilità dell’accusa in dibattimento, con indagini preliminari complete. Come legale del Sig. Marchitto Roberto, alla luce dei miei approfondimenti investigativi, ritengo che ci siano tutti gli elementi per portare a giudizio i responsabili per il reato di omicidio colposo’ – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
‘Mia madre ha lavorato tutta la vita. Certo faceva la stiratrice, e abitava nella case popolari di Milano imbottite di amianto. Non riesco a capacitarmi del fatto che la parziale bonifica ci sia stata solo nel 2001, e che sia stata fatta senza evacuare gli inquilini, e non mi do pace per il fatto che l’amianto ci sia ancora oggi, nonostante l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, abbia richiesto la immediata bonifica del sito, e su questo ci sia stata una presa d’atto del Consiglio Regionale della Regione Lombardia. Penso alla mia povera mamma, e come è morta, tra atroci sofferenze. Così come lei altri inquilini sono morti per tumore. Chiedo giustizia per mia madre e per tutte le vittime. Proseguirò il mio impegno con l’Osservatorio Nazionale Amianto’ – dichiara il Sig. Roberto Marchitto, figlio della Sig.ra Paola Corda e volontario dell’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione molto attiva in Lombardia e in tutto il Nord Italia.