Omicidio di Aprilia, arrivano i primi riscontri da parte delle forze dell’ordine. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Reparto territoriale, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, erano circa le 2.00 quando ai militari dell’Arma arriva una segnalazione da parte di un abitante della zona di via Guardapasso, preoccupato da una Renault Megane con targa straniera e con diverse persone a bordo che si aggirava in zona, destando molti sospetti, considerata l’andatura lenta ed equivoca. Dopo questa prima telefonata ne arrivano altre ai militari :alcuni residenti hanno infatti iniziato a seguire la Renault Megane, che nel frattempo ha lasciato la zona forse per aver attirato troppo l’attenzione, avvertendo i carabinieri dei diversi spostamenti. I carabinieri partono con nuove ricerche fino a ritrovare l’autovettura all’altezza della stazione di Campo di Carne. Sull’asfalto c’è un uomo che i carabinieri identificano nel 43enne di nazionalità marocchina e già noto alle forze dell’ordine. Vicino al corpo uno zaino con arnesi da scasso.
Sul posto ci sono anche due residenti di via Guardapasso, un 46enne e un 43enne, entrambi incensurati: uno dei due aveva telefonato ai carabinieri per dare indicazioni sull’auto in fuga. I militari trovano anche delle impronte sul terreno circostante a conferma che erano presenti, fino a qualche attimo prima, anche altre persone poi allontanatesi. C’erano altri residenti oltre ai due uomini? Questo è uno dei dubbi che devono ancora essere sciolti. L’arrivo di un’ambulanza del 118 ha invece confermato il decesso dell’uomo, presumibilmente a causa di un trauma.
Le indagini proseguono serrate anche se ci sono ancora molti punti da chiarire e i militari stanno cercando di raccogliere nuove tstimonianze, al momento nella giornata di ieri si è arrivati alla denuncia e non al fermo, perché non sussisterebbe il pericolo di fuga da parte dei due residenti presenti sul luogo dell’incidente: gli indizi a loro carico sono arrivati dai filmati delle telecamere di sorveglianza di alcune attività commerciali e da diverse testimonianze di persone presenti sul posto e che non hanno potuto negare l’evidenza delle riprese. Uno degli indagati, inizialmente irreperibile, si è poi costituito. Tutti e due si sono difesi dicendo di non aver mai avuto una colluttazione col marocchino.