19 SETTEMBRE 2018
Ecco, oggi, non posso che rivedere i fantasmi di due anni fa, quelli che, agitando la folla pentastellata in un comizio a Nettuno, mandarono per stracci l’ipotesi di candidatura per i Giochi Estivi del 2024 a Roma. Ieri, con un processo analogo, in un contesto diverso, è caduta l’ipotesi di una candidatura a tre, con Torino, per gli “Invernali” del 2026. Diciamo che è pienamente in atto l’involuzione, di cui ha parlato ieri Malagò, volato oggi a Losanna con una soluzione a due (Milano e Cortina). Penso che fino a quando non si troverà una seria quadratura sul tema sport per il nostro Paese, le incognite umorali di vario colore politico su questioni di grande impatto, come appunto l’organizzazione di una edizione dei Giochi Olimpici, rimarranno tali da non consigliare rischi da sovraesposizione in campo internazionale, soprattutto in un momento come questo. Come si suol dire: ”Chi vivrà, vedrà!”. Intanto, vi ripropongo sul tema un mio scritto di due anni fa, esattamente del 19 settembre 2016