In un clima sempre maggiore di insicurezza personale e civile, c’è sempre più bisogno di strumenti validi per la verifica ed il controllo del territorio. I furti, i casi degli asili, l’abbandono illecito di rifiuti e diverse altre tematiche, hanno riportato in auge, il dibattito sulla video sorveglianza, ma chi può farla?
In merito abbiamo contattato il comandante della Polizia Locale di Latina Francesco Passeretti, cittadino di Anzio.
Comandante, sono molte le perplessità dell’opinione pubblica sulla video sorveglianza, e soprattutto sulle norme che la regolamentano. Quali sono le regole vigenti in Italia, chi può farla?
La videosorveglianza nel rispetto di specifici decreti ministeriali e pareri del Garante della Privacy, può essere effettuata sia da privati per ragioni di tutela della loro propria proprietà, che da enti pubblici anche ovviamente per ragioni di sicurezza.
Quali sono i limiti delle istituzioni e quali per i privati cittadini? E soprattutto in materia di privacy cos’è consentito?
A Latina, si è deciso, in linea con gli indirizzi del Garante di mantenere le immagini acquisite per 7 giorni, dopo di che le stesse vengono distrutte. Ovviamente in caso di commissione di illeciti le stesse vengono acquisite in quanto fonte di prova.
Dalla sua lunga esperienza come comandante in città difficili, quali Ardea e Latina, crede sia uno strumento utile?
La videosorveglianza è certamente strumento utile ai fini del controllo del territorio, con effetti sia di prevenzione che di individuazione dei responsabili di eventuali illeciti penali e/o amministrativi. In un comune ad esempio se si vuole attivare un sistema di videosorveglianza, bisogna approvare in consiglio uno specifico regolamento, che tra le altre cose disciplini, l’utilizzo dei dati dei quali si viene a conoscenza.
In conclusione, la video sorveglianza è sottoposta a regole stringenti perché è particolarmente invasiva. Si possono installare telecamere senza il consenso degli interessati, solo sulla base delle prescrizioni indicate dal Garante. I privati che intendono rilevare le immagini devono perseguire un interesse legittimo ai di fini di tutela di persone e beni esclusivamente della loro proprietà, tenendo conto dell’impatto sui diritti degli altri cittadini.
La città di Anzio, ha già un progetto di video sorveglianza, che si sta ampliando e che a breve sarà attuato su tutto il territorio.