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IL NOBEL A PARISI, ONDE GRAVITAZIONALI E GRAVINAZIONALI

– Il conferimento del Premio Nobel al nostro Giorgio Parisi per la “La ricerca sui sistemi complessi, ovvero la fisica al sostegno dell’intelligenza artificiale”, come fu nel 2017 per gli autori delle nuove scoperte sulle onde gravitazionali, mi fa pensare – non solo per mera assonanza – al fatto che nel formale rispetto di leggi e costituzioni, piuttosto che per le pulsioni d’indipendenza, che comunque ripropongono questioni d’identità di popoli che intendono farsi nazione, siamo di fronte al ripetersi di un fenomeno di reminiscenza patriottica, di appartenenza incomprimibile , che origina anche il neologismo “gravinazionale”. Questo ricorda i fatti in corso tra la Spagna e la Catalogna, il problemi irrisolti dei kosovari e dei curdi, piuttosto che quelli risolti, come il ritorno alle origini tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Ma la cosa che mi sfizia di più è la memoria di quanto accadeva dalle nostre parti due secoli fa e quel che ispirò Giuseppe Verdi nel 1842, quando compose “ Va, pensiero, sull’ali dorate, “ che è uno dei cori più noti della storia dell’opera, collocato nella parte terza del Nabucco , dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Tutto quanto accade adesso tra Barcellona e Madrid, dunque mi fa pensare che le “Onde Gravinazionali” – di cui si accorse lo stesso Verdi – siano una realtà di cui si dovrebbe tenere debitamente conto, senza liberarsene con formali dinieghi e facili alzate di spalle…
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