(3 APRILE 2020) REALTA’ VIRALE, FUTURO CHE VERRA’ – Onestà, onestà, onestà! Una eco corifea, che rimbalza ancora tra le aule parlamentari, le piazze e le nostre orecchie, come vessillo stinto di un passato così recente eppure così lontano. Sono trascorsi ben trent’anni da quando il Carroccio faceva il suo fortunato ingresso nel campo disastrato dell’italica politica, appena tre anni da quando uno slogan stellato riempiva le urne, soltanto qualche mese dal fenomeno del pesce azzurro in piazza; infine neanche una manciata di giorni di tempesta virale, di battiti cardiaci minutati, dalla controversa comparsa di COVID 19, evento catastrofico naturale esemplificativo del concetto di vacuità. Ecco dunque una sorta d’istantanea rappresentativa di una situazione complessa, complicata dalla oggettiva inadeguatezza del nostro standard politico , in una situazione emergenziale del tutto straordinaria. Eppure non possiamo tornare indietro, ma guardare assolutamente avanti, verso quel futuro che inesorabilmente ci attende, che verrà. E allora? Allora, proviamo a fare di necessità virtù, a pensare che potrebbe scaturirne una occasione di cambiamento, più prossima se non repentina, perché molte delle rutinarie attività, delle pleonastiche strutture, delle effimere imprese verranno meno, vaporizzeranno nel consumarsi di questa pausa imposta dalla natura insultata e l’ordine delle cose subirà un salutare, forse provvido, rimescolamento. Probabilmente, molti ruoli, privilegi, vantaggi, ieri ed ancora oggi cristallizzati nelle sedimentazioni del tempo, in un domani non lontano appariranno anacronistici ed insostenibili, mentre altri, ieri ed ancora oggi marginalizzati, diverranno verità rivelate, necessità irrinunciabili, a cominciare dalla riconciliazione attraverso un adeguamento del sistema di protezione, basato sulla qualità della ricerca ed il principio ineludibile della prevenzione. Sicuramente il prossimo appuntamento elettorale lascerà il segno nel panorama partitico – per riferimenti e numeri – comportando inevitabili cambiamenti di governo a tutti i livelli. Il Coronavirus sarà inesorabile convitato di pietra e sicuramente funzionerà da deterrente per la selezione dei nuovi leader. Vedrete, vedrete che le cose cambieranno, magari con la massiccia discesa in campo della generazione “Erasmus” e il supporto dei “Millenials”, con la rivolta silente ma determinata della classe senior, oggi vergognosamente emarginata da diritti essenziali, doppiamente vittima per fragilità biologica e ipocrisia del sistema. Infine, un pensiero per lo sport che abbandonando l’antica logica autoreferenziale, quella per intenderci de “Lo sport agli sportivi”, oggi rivendica sindacalmente provvidenze straordinarie dello Stato, alla stregua dei settori produttivi in crisi: francamente, non vedo come si possa fare di tutta l’erba un fascio e come non si colga il momento, non si abbia la percezione che tutto quel che è avvenuto per il passato, non potrà essere ripristinato tal quale, che si pensi a recuperare la inaffidabile mutabilità di un pendolo sballato, piuttosto che l’oscillante rotazione armoniosa sperimentata da Foucault in funzione di un reale beneficio della collettività organizzata in moderna società civile. Questo per dire, che probabilmente nulla sarà come prima, che nessuno avrà più certezze a supporto dell’effimero, delle vanaglorie e per fini di parte, ma che tutto dovrà ricondursi nella logica salvifica della sostenibilità e della più ampia condivisione e utilità progettuale degli investimenti.