Uno spettacolo pungente quanto esilarante che colpisce lo spettatore per la semplicità e l’efficacia di una trama semplice quanto realistica, che trova la chiave di lettura dell’attualesituazione del nostro paese nell’ironia. Interpreti brillanti, con una forte presenza scenica, mostrano il nuovo volto del nostro paese in uno spettacolo divertente e dal ritmo incalzante, come ce ne sono pochi attualmente. Gli attori, dalla travolgente bravura, coinvolgono il loro pubblico e puntano un faro di nuova luce su ciò che sta accadendo, mostrandone tutte le sfumature al punto da renderle visibili, senza tuttavia fare polemica o prendere posizioni drastiche, come solo la vera arte sa fare: mostrando la verità per come è, senza nasconderla o patinarla per renderla migliore o esagerando fino al limite caricature improbabili – questo spettacolo infatti si limita a portare in scena quello che è percepito dalla massa, forse con una leggera esagerazione, esasperata dai luoghi comuni in qualche contesto, ma sicuramente espressa nel rispetto di ogni cultura. Sceneggiatura e scenografia sono curate nel dettaglio, con precisione e particolare cura per ogni più piccola sfaccettatura di un testo difficile da interpretare con così tanta passione e competenza. Dinamica, forte e brillante. Sicuramente consigliato per una serata piacevole, alla riscoperta della commedia e della passione per il mondo teatrale che con questo spettacolo torna a donare il meglio di se, attraverso questa piccola ma efficiente ed efficace compagnia, al suo pubblico.
Adriano, muratore esperto, lavora nella ditta di costruzioni di famiglia, aperta dal padre venti anni prima. Ora, a causa della grave crisi economica che ha investito il suo settore, si ritrova schiacciato dalle tasse, è costretto a chiudere l’impresa, trovandosi di punto in bianco senza lavoro. Ad aggravare la sua situazione, è la pressione psicologica esercitata dalla ex moglie che non perde occasione per metterlo alle strette, davanti ai suoi doveri di padre e di ex coniuge: mantenimento e mutuo della casa lasciata in usufrutto. Una mattina, una visita inaspettata sul cantiere: Gregorio, suo fratello è tornato dopo un lungo periodo di assenza, in cui impegni di lavoro di vario genere lo hanno portato ad allontanarsi dalla famiglia. Gregorio è un attore, o per lo meno ama definirsi tale, dopo che, da ragazzino, il suo volto venne scelto come testimonial per una nota marca di cioccolatini. Anche lui alla ricerca di lavoro, infatti la sua carriera non ha avuto grandi svolte dopo quell’ultima esperienza come bambino dei cioccolatini, ma lui, nonostante non sia più giovanissimo, non smette di credere nel suo sogno. Decide di presentarsi dal fratello, dopo quasi due anni di assenza, per chiedergli lavoro, confida nella ditta di famiglia per tirare a campare in attesa della svolta per la sua carriera. Ricevuta la notizia da Adriano della chiusura della ditta, Gregorio cerca di risollevare suo fratello, proponendo la sua idea per rimettersi in gioco: fingersi Rumeni per riprendere il lavoro al cantiere. Questa idea, inizialmente non condivisa da Adriano, decisamente più concreto e razionale nell’affrontare i problemi, presto diventerà l’unica soluzione, ma soprattutto sarà l’occasione per mettere a confronto due differenti realtà, il congiungersi delle strade di due fratelli fino a quel momento sconosciuti. Vacanze rumene, una commedia tutta da ridere, che affronta un tema serio, pesante, concreto, ma soprattutto attuale, come quello della crisi del lavoro, con leggerezza e tanta ironia.