Quel che è accaduto nelle ultime ore in Consiglio Comunale è esattamente ciò che ci aspettavamo: dopo settimane di botta e risposta, a nostro avviso sterili e futili tra consiglieri di tutte le altre forze politiche, la seduta di oggi si è rivelata essere una “resa dei conti” inopportuna per il ruolo del Consiglio Comunale ed irrispettosa per tutti noi Nettunesi. Soldi pubblici sperperati per assistere ad uno spettacolo che nulla aggiunge al dibattito politico e che soprattutto nulla fa per risolvere gli annosi problemi di Nettuno, dalla viabilità alle scuole, dal rilancio delle periferie alle politiche giovanili in campo di lavoro e di cultura. In questi giorni abbiamo preferito non partecipare a quella che si è rivelata essere una pantomima, e per lo stesso motivo non siamo intervenuti alla seduta di oggi, preferendo invece lavorare al nostro programma elettorale e soprattutto raccogliendo e studiando atti che realmente agiscono sulla vita quotidiana di noi cittadini. Al sottoscritto sinceramente non importa la polemica e l’attacco strumentale: importano le cose concrete. Questa Amministrazione ha l’obbligo, sia per la tanto decantata trasparenza sia di legge, di rispondere al mio accesso agli atti in merito ai fondi destinati al sociale. Un accesso che ho protocollato oltre un mese fa e del quale non ho avuto alcun tipo di riscontro nonostante i solleciti e per questo mi muoverò nelle sedi opportune. Questa maggioranza deve rispondere sui problemi e sulle proprie inadempienze, ed è qui che come Movimento 5 Stelle noi ci facciamo sentire. Le chiacchiere, i “titoloni” sulla stampa e l’utilizzo delle istituzioni repubblicane per fini elettorali, li lasciamo volentieri ad altri. Qualche mese fa, all’atto dell’insediamento del Consiglio, tutte le forze politiche concordavano di alzare il livello per far riavvicinare le persone alla politica. Io stesso sono intervenuto assumendomi l’impegno di fare ogni giorno del mio meglio per permettere alla mia città di tirar fuori il proprio potenziale e ai miei concittadini di riappropriarsi della cosa pubblica. Lo spettacolo di oggi ha però evidentemente dimostrato che questo intendimento, se per noi è parola d’onore, per altri rappresenterebbe un semplice slogan.
Luigi Carandente M5S